Come rifiuti

Clark scrollò la testa mentre chiudeva lo sportellino dell’unità centrale di BET 3600: «non c’è niente da fare, tesoro, non riparte. Sente, capisce, ma non esegue».
«Il servizio manutenzione cos’ha detto?» chiese Joanna entrando in sala.
«Che questi robot non li riparano più da dieci anni. È ora di comprarne uno nuovo».
«La fanno facile loro, con quello che costano. Beh… lo riporteremo alla casa madre, loro lo rottameranno» e si sedette accanto a lui fissando BET immobile.
«La società costruttrice è fallita» obbiettò il marito battendo il cacciavite sul palmo della mano «… oltretutto, come ho appena visionato dalle istruzioni interne, questo modello non è neppure smontabile. È in scocca pressofusa e non si spegne mai».
La moglie ci pensò un po’ su, quindi disse: «potremmo scaricarlo nello Sprofondo usando la capsula usa-e-getta dei rifiuti».
«E se ci beccano?»
«Lo facciamo stanotte. Renée mi ha detto che dopo le tre i controlli sono più saltuari».
All’ora prefissata, mentre Joanna si era appisolata, l’uomo trascinò BET nella stiva. Faceva freddo là sotto ed era tardi. Raggomitolò in fretta il robot nella cesta di raccolta. Stava per chiudere lo sportello quando, per un sobbalzo della navetta, BET frappose una mano. Clark riaprì la capsula sottovuoto e sistemò meglio il robot. Collocò a contrasto un pesante carter di protezione che schiacciò BET sul fondo: non si sarebbe più spostato. Clark si rialzò soddisfatto, ma un piede di BET scivolò dal vano sfondando il vetro di chiusura.
«Che succede, caro?» gli chiese la moglie sopraggiungendo.
«Aiutami per favore, non riesco a metterlo dentro alla cesta».
Joanna piegò ordinatamente il piede di BET e lo incastrò sotto l’altro. Il robot per tutta risposta le afferrò una caviglia con il gancio ausiliario tirandola a sé. La donna si mise a urlare; Clark, con un vassoio in ghisa, colpì d’istinto e con violenza il robot, che mollò la presa proprio nel momento in cui la moglie era riuscita a premere il pulsante di espulsione. La cesta si staccò dal fianco della navicella in silenzio, nel buio assoluto dello spazio. Lo sguardo di BET era sgomento, rassegnato. I suoi occhi si allontanavano lentamente inghiottiti dall’inchiostro dell’Outdoor. I coniugi Spencer non riuscivano a distogliere quello sguardo. Poi BET chiuse gli occhi e la capsula prese la curvatura della galassia.

7 pensieri su “Come rifiuti

  1. non c’è bisogno di aspettare la ribellione disperata degli Spartaco-Robot come il povero BET. Invisibili, i residui della plastica, l’inchiostro, l’alluminio, le schiume tensioattive, i cumuli di scorie nucleari guidano il popolo delle scorie indistruttibili..sono un popolo muto che si accampa giorno dopo giorno tassello dopo tassello in tutti gli sqarci abbandonati della città, della tua via, della tua casa. popolo formichiere, popolo laborioso, sono la cina oscura del pianeta, l’impero grigio del cielo morto e come gandhi con la marcia del sale, marcia silenziosa verso il nostro mondo bello e pulito, marcia in pace – in apparenza – si siede e non va via, fa resistenza, resistenza passiva, occupa la vita e poi la cambia, costringendoci pian piano ad abbandonare i nostri luoghi, a diventare noi dei nomadi, noi le scorie vive di un mondo conquistato dai rifiuti.

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