Il gatto Spiridione

Provenendo da Pievàni, poco prima della discesa per entrare in Lughi, alla Predòsa, avevano aperto quel che sembrava un nuovo negozio. Clara fermò la macchina e ci buttò un occhio curiosa. Dalla attrezzatura ultramoderna che stavano installando e dalla persona che, in camice, si aggirava tra gli operai dando ordini, capì che doveva essere un ambulatorio. Un cartello appeso fuori, indicante la tariffa per cani, gatti e altri piccoli animali, le tolse ogni dubbio: era un veterinario, un po’ caro, forse, ma Clara ne fu lo stesso contenta; dove andava lei erano infatti scortesi e c’era sempre da aspettare. Così, quando alcuni mesi dopo il suo gatto Spiridione si ammalò, si decise. Arrivata alla Predòsa, sistemò la macchina nell’ampio parcheggio. Non aveva fatto in tempo a entrare che subito due signori gentilissimi, le vennero incontro. Ascoltarono attentamente quello che lei aveva da dire e poi presero in consegna la trasportina, con il gatto dentro, assicurandole che avrebbero fatto tutto il possibile. Non le restava che attendere. Del resto la sala di aspetto era molto confortevole, le poltrone comode, le luci soffuse con una musica di sottofondo che creava un’atmosfera da american bar. Da dove era seduta poteva anche osservare attraverso la porta semiaperta l’uomo che già aveva notato con gli operai. Stava visitando un cane; forse lo stava auscultando o eseguiva qualche esame. Si comportava in modo professionale e scrupoloso e questo rassicurò ulteriormente la donna sulla bontà della sua scelta. Poi lui vide lei attraverso lo stesso spiraglio:
«Non se ne stia lì da sola, entri, entri… che ci facciamo compagnia».
La donna si alzò un po’ imbarazzata. «Guardi che non volevo curiosare».
«Lo so, non si preoccupi… non lo dicevo per quello è che mi fa piacere se facciamo due chiacchiere, sono spesso solo e poi fra pochi minuti le riportano il gatto».
Clara entrò nervosa e si sedette sul bordo di una sedia bianca guardandosi attorno.
«Ha fatto la scelta migliore, sa?» le fece l’uomo sorridendo dietro ad una montatura d’occhiali nera e spessa anni Sessanta.
«Certo…» gli rispose Clara «… ma in che senso, scusi?!?»
L’uomo non rispose era concentrato su quello che stava facendo. Poi Clara lo guardò meglio. Il cane tra le mani dell’uomo non si muoveva. Scattò in piedi.
«Ma… ma quello è un cane di peluche!» esclamò allarmata la donna.
«No» disse l’uomo risentito. «È un cane impagliato!»
«Come?!? Lei non è un veterinario?»
«No, sono un tassodermista? Perché?»

11 pensieri su “Il gatto Spiridione

  1. noooooo, il micio noooo, fischia Briciola, già ho la depressione da novembre e già passo le giornate a ricordare i mici della mia vita, se poi tu tiri un colpo basso così, io stramazzo come una pezza…
    😉

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