È più forte di me

Nel silenzio della chiesa si sentì cigolare uno sportellino.
«Mi perdoni padre, perché ho peccato».
Il sacerdote si era rifugiato nel confessionale per leggere il breviario. Spense subito la lucina che spioveva da un angolo e si fece buio fitto.
«Quand’è l’ultima volta che ti sei confessato, figliolo?»
Ci fu una pausa imbarazzante. Poi l’uomo, aldilà della grata, si mise a piangere.
«Su, su, non fare così…» cercò di rincuorarlo il sacerdote «non è poi importante… il Signore già guarda dentro di te e lui sa ogni cosa…» Il pianto sembrò attenuarsi. «Ma allora, dimmi… che peccati hai commesso?»
«Vede padre» ricominciò quello tirando su con il naso «è che non ce la faccio. Io cerco di essere… normale, cerco di trattenermi, ma è più forte di me».
«Hai fatto del male a qualcuno?»
«Non ce la faccio, non ce la faccio…» cantilenava l’altro scuotendo la testa nel buio.
«Devi liberarti di questo peso, dopo ti sentirai meglio, il perdono del Signore scalderà il tuo cuore e lo riempirà con il suo amore».
«Ho provato a smettere, ho provato, padre, ma poi la tentazione ha il sopravvento…»
«Ti tocchi? È questo il tuo problema?»
«Ma no, padre, no…»
«Desideri la donna d’altri?»
L’uomo aveva ripreso a piangere. Il sacerdote si stava spazientendo agitandosi sul duro sedile di legno.
«Sono pentito, sono pentito…»
«Questo è un ottimo inizio» fece il sacerdote guardando il breviario ancora aperto pensando a quanto ancora ne avrebbe dovuto leggere. «Un buon pentimento è alla base di una valida confessione… ma, ma cos’è questo odore?»
«Io ho cercato di smettere, padre. Ma è più forte di me».
«Questo è fumo! Sì, sì questo è fumo, ci sono… ci sono delle fiamme qui… ma cosa hai fatto disgraziato?»
«Mi perdoni, padre, mi perdoni…» urlò l’uomo, disperandosi.
«Non riesco a uscire… hai chiuso la porta? Aprila, per l’amor del Cielo! Aprila! Ma che ti ha preso! Aiutoooo, al fuoco, AIUTOOOO…»

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