Un nascondiglio perfetto

Andava a controllare il nascondiglio sempre più spesso. Da quando la giovane amante gli aveva chiesto di usare con lei i preservativi, e lui meravigliato li aveva comprati sentendosi un’altra volta ragazzino, non sapeva più dove nasconderli; con la moglie non li aveva mai usati sicché non avrebbe potuto giustificarne la presenza in casa. Avrebbe voluto buttarli via, ma con quello che costavano! E poi avrebbero potuto servirgli ancora, così come la relazione con Clara sembrava promettere. Neppure sul lavoro avrebbe potuto lasciarli: i cassetti della scrivania non chiudevano e non sarebbe parso vero ai suoi colleghi trovarli e prenderlo in giro fino all’ultimo giorno della sua carriera. Cerca e ricerca, alla fine trovò il nascondiglio perfetto. Lo aveva scoperto tempo addietro durante la posa dei finestroni nell’ammezzato di casa tra la trave in legno che sorreggeva la falda a spiovere e le tegole: era un vano obliquo lungo almeno mezzo metro diviso in una sorta di cassetti. Lì la moglie non ci avrebbe messo il naso, perché non c’era nulla da spolverare e il fondo non era esplorabile neppure per caso; lui però non era ugualmente tranquillo. Quella mattina inoltre era più nervoso del solito: la giovane Clara non gli aveva mandato alcun sms nel weekend ed era in pena. Salutò la moglie e uscì. Era già sulle scale quando si accorse di aver dimenticato alcuni documenti importanti nello studio. Rientrò in fretta.
«Cos’hai dimenticato?» fece la moglie dall’altra stanza. Per tagliar corto avrebbe potuto dire il cellulare o le chiavi della macchina o proprio la cartella con i documenti, ma  senza batter ciglio, e chissà perché, disse: i preservativi, impallidendo subito dopo, sperando che lei non avesse sentito. La moglie invece gli andò incontro con aria interrogativa: 
«Come i preservativi? Ti servono i preservativi per andare in studio?»
 Lui balbettò, si sentì perduto: «È… è che ho in mente un’indagine conoscitiva… stiamo facendo un coso… u-una verifica sociale per una pubblicità… il mio capo mi sta addosso e…»
«Ma sei fai l’architetto di interni?!?» osservò la moglie.
 Lui afferrò la prima cosa che gli venne a tiro: «Adesso scusa ma sto facendo tardi, ne riparliamo questa sera» e sgattaiolò via.
La moglie se ne stette per un po’ nel corridoio a fissare la porta come fosse divenuta quella la sua interlocutrice. Sentì il marito scendere le scale e infine chiudere il portone. Assunse un’espressione stanca e mormorò fra sé e sé:
«No, perché… volevo dirti che, se proprio ti servono, sono sopra la trave, nell’ammezzato».

18 pensieri su “Un nascondiglio perfetto

  1. …è che gli uomini non trovano nemmeno quello che hanno nascosto sotto il naso!!!!!! …eheheh …forte ..assomiglia ad una barzelletta!!! ( ps: scrivi tu le battute qui a fianco?????? geniale!!!)

  2. eeeeeeeeeeeeh… le donne sanno sempre tutto… (mica vero, però spesso sono più perspicaci di quanto il loro compagno immagini)… complimenti per la scrittura. 🙂

  3. bello O_o

    io avrei continuando scrivendo che la moglie con l’espressione stanca scardina la trave, e sempre con l’espressione stanca, la rompe in schiena al marito.

    Bellissimo blog. Complimenti!

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