Com’è difficile essere felici


Leda si mise a sedere sul letto. Era stanca, forse più stanca di quando era andata a dormire. Quel telelavoro la sfiancava. Ma era sabato, sarebbe finalmente uscita di casa e questo pensiero la risollevò. Si lavò, fece colazione, poi si predispose per la parte più bella di quell’inizio giornata: la seduta alla nuova console Techno 9000 MapGenoma. Inserì il dito anulare sinistro nel ditale elettronico e accese la macchina. Nel menu della mappa genetica cercò subito la sezione capelli. Voleva farsi bionda e con i ricci. Cliccò fiduciosa e subito il rosso ramato lasciò il posto ad un biondo platino molto mosso. ‘No, accidenti è troppo’ disse tra sé e sé agendo con il mouse sul cursore. ‘Bene, così va meglio.’ Scelse il menu degli occhi. ‘Verdi o azzurri? Ma sì… questa settimana li voglio cilestrini.’ La carnagione olivastra però stonava. Cercò l’opzione pelle e la schiarì agendo sul gene Slc24a5. ‘Meglio ancora se più chiara’ mormorò allontanandosi dallo specchio per rimirarsi meglio. ‘No, macheccavolo… com’è sensibile ‘sto coso… così adesso sono troppo diafana… un po’ meno… ecco ora è perfetto.’ Si iniettò quindi per via endonucleare un mix di dopamina, serotonina ed endorfine varie, oltre ad altri ormoni e amminoacidi per rassodare il corpo, svecchiare la pelle, eliminare le impurità e i lipidi cellulari in eccesso. La stanchezza era passata, si sentiva moderatamente ottimista e soprattutto agile e scattante nonostante la sua età. Proprio quello che ci voleva, insomma, per una mattinata di shopping sfrenato. Spense il prodigioso strumento e si vestì. Pochi minuti dopo era già sullo zerbino di casa con il sole che le accarezzava il viso come una promessa solenne da mantenere. Chiuse la porta con il chip elettronico sottocutaneo e di buona lena s’incamminò per la strada. Certo, quel fine settimana sarebbe stato proprio perfetto, considerò, se solo fosse esistito anche un gene della felicità da manipolare.

 

24 pensieri su “Com’è difficile essere felici

  1. Mi piace molto ciò che hai scritto in questo post. Davvero. A tal punto che anche se non te ne può fragare di meno, io ti inserisco fra i miei preferiti, perchè qui, a casa tua, io ci voglio tornare, e leggerti ancora un pò…

    E poi ero venuta per altro…e già che ci sono te lo dico anche…

    Ciao,
    se ti sto disturbando ti chiedo subito scusa e in caso ignorami.
    Se invece hai un secondo volevo chiedere il tuo aiuto.
    Partecipo ad un reality blog che si chiama Le Stelle e che trovi su http://www.vipditurno.splinder.com
    Ho bisogno di una mano per restare nel gioco.
    Quello che ti chiedo è di inviare una mail a vipditurno@gmail.com con scritto SALVO LIXIA
    oppure di andare sul sito, e scrivere lo stesso messaggio
    sui commenti. E’ una cosa che ti richiede un attimo e mi faresti un enorme favore.
    Scusa se ho invaso così il tuo blog. Ma è l’unico modo per non uscire dalla gara.
    Il mio blog è http://labugiapiugrande.blog.excite.it
    Grazie mille,
    Lixia!

  2. Bello il tuo racconto morale, mi fa venire in mente la vecchia disputa tra Verne e Wells, il primo accusato dal secondo di predire cose realizzabili, mentre l’inglese riteneva di essere un cultore di un ‘escatologia tecnologica impossibile: il tuo scritto dimostra che anche Verne aveva ragione. Saluti NM

  3. A proposito delle piante che ci osservano e pensano ma non parlano: come fanno a fiorire e rifiorire ad ogni stagione nel mondo pazzo degli umani? Questo si che è un dilemma.
    Concordo con Aniarda sulle briciole perse: eravamo tutti effervescenti e curiosi, sono venute fuori mille storie, mille intrecci. Comunque alla prossima ti aspettiamo.
    Saluti natalizi.

  4. Anche qui stamattina c’era un raggio di sole, ma non era promessa solenne, era l’adempimento di una speranza. Il sole d’inverno è felicità, non ho bisogno di molto di più.

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