Un nuovo alloggio

Quando quella mattina l’impiegato, con la sua solita indolenza, alzò la serranda della libreria non riusciva a credere ai propri occhi: un barbone, entrato chissà come, da chissà dove, si era fatto un letto di libri in mezzo al salone centrale non facendosi mancare neppure il cuscino. Anzi, con la pila delle ultime novità, si era costruito pure il comodino e lo scendiletto. L’impiegato gli si avvicinò tra l’intimorito e il contrariato. Brandiva l’asta della serranda pronto a contrastare qualsivoglia scomposta reazione. Il barbone gli dava però le spalle ed era assolutamente immobile. Era tutto infagottato nei suoi vestiti rattoppati, con il lungo cappotto tirato fin sotto il naso per ripararsi dall’aria condizionata sempre accesa. L’impiegato si fece coraggio e lo scosse per un braccio: l’altro si svegliò di soprassalto come se fosse ancora nel sonno profondo. Si girò pesantemente passandosi la manica della giacca sugli occhi cisposi che sembrava non riuscisse ad aprire.
«E adesso?» gli fece l’impiegato facendo una panoramica generale del disordine alzando minacciosamente l’asta di metallo come una mazza da baseball. Il barbone lo guardò con occhi spauriti. Poi si tirò su a sedere facendo cadere parte del bordo del letto formato da una fila di classici della letteratura inglese:
«Adesso?!?» ripeté rauco, sbadigliando un alito vinoso da far stordire un topo di fogna. «Ci starebbe proprio bene un buon caffè.»

10 pensieri su “Un nuovo alloggio

Lasciami un tuo pensiero