Con le proprie ali

farfalleErano settimane che lui ci rimuginava. Aveva ancora negli occhi il viso di lei mentre le diceva che era finita, che la loro storia non era più una storia e che era arrivata l’ora che lei volasse via da sola con le proprie ali. Sì, aveva usato proprio quelle parole banali lì, ‘con le proprie ali’. Il tono era stato brusco e l’espressione gelida di sasso, come quella che di solito aveva quando si sentiva a disagio. Ma quel pianto taciturno di lei, a capo chino, quello scuotimento di testa disperato, lo aveva scosso profondamente. Si sarebbe aspettato una scena isterica, un’ondata di male parole. Dopo tanti anni si stava pure, aveva pensato lui. E invece no, lei non aveva detto nulla. Si era solo coperta il volto con entrambe le mani come se avesse voluto ripararsi dalle brutture del mondo, reclinando un poco quella testa bionda dai capelli profumati, chiudendosi in un mutismo assordante. Lui era rimasto ad aspettare vanamente un moto di ribellione, un gesto scomposto che non era però arrivato; e dire che aveva pure in serbo quel bel discorsetto di rinforzo che si era preparato ripassandolo più volte caso mai la situazione fosse divenuta ingestibile. Ma nulla. Solo quel diluvio di lacrime sorde, un dolore impossibile persino da rappresentare. Così non gli era restata che la fuga, perché al silenzio non c’è riparo. Non gli era rimasto che allontanarsi, senza capire, come un ladro di sentimenti, sentendo che qualcosa, dentro di sé, si era pericolosamente rotto.
Ed erano trascorsi ormai tanti giorni da allora senza che fosse riuscito a levarsela dalla mente. Aveva creduto ingenuamente che sarebbe stato tutto facile, che sarebbe bastato un gesto netto e l’orchestra fedele avrebbe smesso di suonare. Pensava a tutto questo, lui, quando, nell’aprire la cassetta della posta si accorse che c’era una all’interno lettera. La prese delicatamente tra le dita quasi potesse rompersi, avendo riconosciuto la grafia di lei. Passò il dito su quella scrittura come per poter decifrare cosa mai quella busta potesse contenere. Il cuore batteva forte. L’aprì senza essere in grado di poter aspettare di essere in camera sua. E dallo squarcio della carta se ne uscì improvvisa una farfalla dalle ali bellissime. Si fermò prima sul bordo della busta come se avesse voluto salutarlo e quindi prese lo specchio del portone rimasto aperto, volando a zigzag nella luce colorata del mattino.

13 pensieri su “Con le proprie ali

  1. le farfalle ..non so che significato abbiano: io le sogno spesso.In passato,mentre amavo molto un uomo , mi accadeva di vederlo camminare in una famosa strada di una famosa grande città del nord ..ne seguivo amorosamente i passi e l’ondeggiare della borsa da lavoro di cuoio marrone che possedeva e dalla quale all’improvviso uscivano sciami di farfalle coloratissime ..ma c’era un personaggio simile anche nell’amore ai tempi del colera o forse in cent’anni di solitudine ?_______sto forse un po’ meglio,baci grandi__________Ally

  2. Un’immagine splendida…Lui magari pensava a una lettera per compiacere il suo ego stle “ripensaci, non ho mai amato nessuno così tanto…”, lei gli ha dimostrato gentilmente che può vivere senza il suo amore. Dovevo farlo anch’io col mio ex moroso…

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