Lattine sotto braccio

Quando Browser entrò in casa mia la stanza mi sembrò improvvisamente molto più piccola. Da un po’ di tempo infatti trovavo il mio amico piuttosto ingrassato. Ma non avevo il coraggio di dirgliielo, visto che, a suo dire, aveva cambiato dietologo.
«Cos’è questo tanfo?» mi disse arricciando il labbro superiore.
«Veramente è un pot-pourri di rosa verbena, patchouli, mele renette e sandalo.»
«Uhmm… nasino delicato…» fece lui sedendosi pesantemente sul divano che sobbalzò esanime per il contraccolpo.
«Tu da quanto tempo è che non ti togli quella maglietta?» gli chiesi io a tradimento.
«Due settimane, perché?»
«Niente, pensavo… Comunque cosa ci fai con quelle lattine di coca-cola sotto braccio?»
«Te le ho portate, così la smetti di rimproverarmi che ti svaligio sempre il frigo.»
«E se ci mettessimo insieme due patatine?» gli domandai cercando di non raccogliere la provocazione.
«Eh… magari! Quelle te le posso sempre pagare a parte» mi disse dietro, acido.
Davanti al tubo di Pringles sembrò tornargli il sorriso. Le stava mangiando con una voracità tale che riusciva a non fare neppure una briciola quando mi confessò che, per arrotondare le magre entrate, si era messo a fare lo spammer per conto di alcune ditte. Gli feci notare che oltre a essere illecito, era anche immorale. Il termine illecito lo capì subito, mentre, alla parola immorale, mi guardò sgranando gli occhi bovini e ruotando la testa da un lato come fosse un pastore tedesco in attesa di un ordine.
Mentre più tardi stavo cercando vanamente di raccontargli un mio problema che avrei avuto il piacere di condividere con lui, ha risposto per cinque o sei volte al telefono tramite il dispositivo inchiavardato all’orecchio, sbrigando persino della corrispondenza sul cellulare. Ogni tanto però annuiva, anche se senza molta convinzione.
Dopo un po’, quando ancora non avevo finito di parlare, e dopo avermi assestato una sonora pacca sulle spalle, cosa che mi lasciò le sue cinque dita unte sulla camicia, se n’è andò così com’era venuto: ovviamente con le lattine della coca-cola ancora sotto braccio, quelle che non si era bevuto.

16 pensieri su “Lattine sotto braccio

  1. Per chiamarsi Terenzio, per essere della sezione “Finanziamenti e mutui” e per essere uno che quando va per strada ha una lista di persone che non vuole incontrare, se lo merita di aver trovato le sorelle Maranzi. Ben ritrovato. Ciao

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