Sentì il marito entrare in casa di fretta e gli andò incontro.
«Roberto, cosa è successo?»
Lui proseguì la sua camminata a larghe falcate superando la donna senza neppure fermarsi; entrò in cucina e si sedette con ancora addosso l’impermeabile e con in mano, senza posarla, la borsa dell’ufficio.
«Caro, così mi spaventi! Che ti è successo? Sei pallido.»
«Nulla, nulla, non mi è successo nulla» fece lui dondolandosi impercettibilmente con la schiena come un metronomo.
«Ma sei tutto sudato…»
«Niente… ti ho detto che non mi è successo niente.»
Poi la donna si alzò e tornò in corridoio, aveva sentito un rumore:
«Tesoro… hai lasciato aperta la porta» disse lei avvicinandosi per chiuderla senza riuscirci. Spinse più forte, ma avvertì distintamente che c’era qualcuno dall’altra parte che stava premendo per entrare. Lei urlò, ma il marito non si mosse; gridò ancora più forte in preda al panico e la porta cedette di schianto fino a far scattare la serratura. Dallo spioncino lei fece appena in tempo a intravedere un’ombra furtiva che scivolava via d’un lato.
«Ma chi è?» chiese la moglie al marito che lentamente l’aveva raggiunta. «Chi è?» insistette con la voce incrinata rendendosi conto che lo sguardo dell’uomo era perso nel vuoto. Poi si sentì strusciare qualcosa sotto la porta. Come un verme spuntò un tubicino trasparente da cui, in pochi attimi, ne fuoriuscì un liquido verde acquamarina dall’odore pungente.
«Presto! Scappa!» le sbraitò Roberto trascinandola per un braccio verso la stanza del figlio. «Prendi il bambino e scappa, ti scongiuro.»
«È benzina quella… Roberto» fece lei con l’aria più stupita che terrorizzata. «Chi sta buttando benzina nel nostro appartamento?»
Lui nel frattempo, senza rispondere, era già di ritorno dal ripostiglio con il secchio e il mocho a tirar su quel liquido sparso per mezzo corridoio.
«Muoviti!» gridò ancora lui con quanto più fiato aveva nei polmoni. In quello stesso frangente una lingua di fuoco passò da sotto la porta e divampò in casa con un boato cupo a risucchiare l’ossigeno tutt’attorno. Divorò subito le scarpe e i pantaloni dell’uomo salendo per il bastone della scopa a lambirgli le mani e il volto. L’ultima immagine che la donna ebbe negli occhi, prima di fuggire dall’abbaino sui tetti, fu quella del marito in preda alle fiamme che si agitava per incitarla ad andarsene. Poi lui cadde accartocciandosi nel fuoco come una foglia secca.
Briciolanellatte Weblog
Navigare con attenzione, il Blog si sbriciola facilmente
perchè?
e poi … o meglio … e prima?
ci lasci sempre con il fiato sospeso…
vis aveva trascorso la giornata nel tentativo di scacciare quella lieve inquietudine che in questi giorni l’aveva assalita senza un motivo apparente.
Un po’ la primavera, un po’ il palinsesto televisivo stravolto dalla morte di questo Papa che l’aveva lasciata orfana dei diversivi televisivi che le tenevano compagnia mentre si dava da fare con le incrostazioni del forno.
Un po’ la morte del suo gatto e quei quintali di lettiera comprata in offerta speciale che ora non avevano più alcun motivo di esistere.
Fatto sta che la vis aveva vegetato per casa per due interi giorni e quando finalmente le pareva di aver ritrovato quel briciolo di serenità che le consentisse di andare a togliersi l’hennè che teneva in testa da circa quattro ore, si è imbattuta in questo post e ora non è più sicura di voler neanche più aprire la porta del bagno da sola.
Se domani di verde dovessi avere i capelli, magari te lo faccio sapere :-))
con la pioggia di questi giorni, basterebbe tenere aperte porte e finestre..
Primo indizio per trovare il colpevole: è ricco.
Con quello che costa oggi la benzina….
Ma non è che aveva fatto il pieno e non aveva pagato il benzinaio?
anche la crudeltà più perversa, diventa coinvolgente racconto, sfiorata dalla tua bella penna; il bacio del sabato, g*
ma povero!!
Ci fai sempre sognare in bene e in male ma sempre ci immedesimiamo leggendi i tuoi racconti. ciaoooo Briciola
Non è da escludere che abbia fatto il furbo con qualche benzinaio mafioso O.ò … Povero Roberto, c’è da domandarsi cos’abbia combinato…
intenso..
Carissimo Briciola ^_^ che piacere averti letto fra le mie pagine… è bello sapere che nonostante passino ore, giorni o mesi … qualcuno si ricordi di me ^_^ è stato un vero piacere ritrovarti
un bacione e buon we :))
Ho scoperto un blog nuovo oggi. Mi piace. Lascio un saluto Ciao MAD
cavolo…bello questo!
Buona giornata!
prendo un po’ di fiato qui da te, che da me sto un po’ stretta, ok?
sempre bravissimo, inutile ripeterlo!
splash!
wow.complimenti.storiella appassionante.Fai lo scrittore nella vita?
Mammina…non certo un lieto fine. ma al solito la descrizione merita tutti gli onori.
L’Inverno è sempre troppo lungo….sempre. E il cielo di oggi un po’ me lo ricorda. Tempo di piogge che devono essere ma che assopiscono lo spirito. Il sole è un altra cosa.
Felice W.E.
un po’ crudo, ma molto bello…..è un periodino negativo???
Il finale rimane oltre che nel virtuale. Arriva direttamente in casa.
Odore di brucitato.
mio dio che angoscia!!!!
Non ci crederai ma mentre stavo leggendo il tuo racconto mi trovavo in ufficio, con la finestra aperta, improvvisamente arrivati al punto in cui la benzina inizia a fluire all’interno dell’appartamento ho sentito distintamente l’odore pungente di cui parli…oddio! ho pensato, quest’uomo scrive in modo così reale che sento quasi l’odore…poi la mia collega urla “ma che schifo, senti che odore! stanno verniciando non so che qui fuori ed entra tutto l’odore pungente della vernice, chiudi quella finestra!”
GLOAM!
è sempre meglio lasciare la mancia,vero?