Eutanasia, eutanasia

In ritardo come al solito, Enzo correva giù per la discesa ripida di Pievàni: alla curva del Piantone, in quel breve rettilineo che si apre tra le col­line che precipitano verso Lughi, vide una bambina che stava facendo l’autostop.
«Non sei un po’ troppo piccolina per fare l’autostop?» le disse lui tirando giù il finestrino.
La bambina lo guardò con aria trasognata.
«Così così» rispose lei aiutandosi con il gesto della mano. «Vado a trovare mia nonna in ospedale. Il mio papà è nei campi e non può accompagnarmi.»
«In quale ospedale è ricoverata?»
«In quello di Collefili.»
«Ma è lontanissimo.»
«Lo so.»
«Va bene, monta.»
Durante il tragitto la bambina raccontò che andava a trovare la nonna tutte le settimane. Che per un po’ l’aveva portata il padre, ma poi c’era l’azien­da agricola da mandare avanti e così ci andava da sola. Le era rimasta molto affezionata e poi non c’era nessuno che stesse con lei.
«E le piacciono i cioccolatini?» le chiese Enzo alludendo alla scatola che la bambina aveva in grembo.
«Sì. La nonna respira, ma ha gli occhi chiusi ormai da otto mesi. Però ogni volta che vado via gliene lascio uno sul cuscino. E lei sicuramente lo mangia perché, quando torno, non lo trovo più. Forse fa così perché non vuol farsi vedere dalle infermiere.»
L’uomo aveva un groppo in gola mentre attraversava Lughi diretto all’o­spe­dale di Collefili.
«Sei un uomo buono» le sussurrò la bambina mentre infilava la porta girevole dell’ospedale.
Un mese più tardi, mentre attraversava un incrocio a Tòdaro, la macchina di Enzo si spense all’improvviso. Lo so, non avrebbe dovuto essere lì, né quel giorno, né a quell’ora, ma il destino, è risaputo, è in grado di congiurare solo alle spalle. Così un motociclista a tutta velocità gli entrò nell’abitacolo da parte a parte e lui rotolò sull’asfalto come un sacco di stracci. Dieci minuti dopo era già in coma ad encefalogramma piatto.

«Qui c’è scritto che oggi è il giorno» disse il medico all’infermiere.
«E’ uno di quelli che han firmato per l’eutanasia vero?»
«Già!» rispose secco l’altro mettendo in off la macchina di sopravvivenza come se avesse spento un microonde.
«Ehi, ma cosa mangi?» fece l’infermiere al sanitario mentre usciva dalla stanza.
«Non so… credo sia un cioccolatino ripieno. Ogni tanto li trovo sul cuscino dei pazienti.»

22 pensieri su “Eutanasia, eutanasia

  1. …Io invece ho trovato un ovetto di Winnie Pooh accanto alla scodella, questa mattina, c’era dentro Tigro… 🙂
    Sono tornata… In questi giorni ho avuto da fare… Studiare per il corso di HTML, e un paio di visite… Ceeeep!
    …Ti piacciono i cioccolatini? Ti aspetto 🙂 Cip!

  2. la vita non è solo nostra, ma anche di chi ci ama con un cuore puro come quella bambina…non esiste un modo migliore, al tempo stesso laico e religioso, per dirlo…
    GRAN BEL RACCONTO!
    (…piaciuto anche al mio kleenex)

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