La Maga Olga

La Maga Olga ispezionava con attenzione la sua scatola magica cercando di capire cosa mai non stesse funzionando quel giorno. Accese anche la lampada sulla sua scrivania a vincere la semioscurità che tanto contribuiva a creare quell’atmosferica esoterica di cui di solito si circondava durante le sedute medianiche. Tutto sembrava a posto. Persino il diapason, che aveva davanti, si metteva a vibrare ogni volta che apriva la scatola, segno questo che la porta della divinazione era aperta. ‘Un bel problema’ pensò lei con fastidio dando un’occhiata di sfuggita all’orologio ‘rompersi proprio oggi che viene la signora Valdobrandini’.
«La cliente delle 10 è già qui…» le annunciò in tono sommesso la segretaria quasi a sottolineare la drammatica circostanza.
«La faccia accomodare» disse di rimando la Maga richiudendo la scatola e la luce.
Una signora bionda, sui sessant’anni, i capelli cotonati ed una pelliccia di visone che lasciava intravedere un décolleté illuminato da tre file di perle, entrò con incedere trionfale come si aspettasse gli applausi o l’ovazione di un pubblico nascosto nella penombra.
«Si accomodi, si accomodi» fece la Maga alla donna che si era già seduta senza neppure salutare.
«Devo sapere… come le ho già spiegato per telefono…» esordì la signora d’un fiato. «Devo prendere delle importanti decisioni per cui è assolutamente indispensabile che io sappia come si evolverà quella situazione… non bado a spese.»
La Maga impallidì. Dischiuse lentamente la scatola, più per abitudine che per convinzione, come se si aspettasse che ogni cosa fosse andata d’incanto al suo posto. Sul fondo apparve dapprima il solito fondo azzurro striato di bianco, ad illuderla di un corretto funzionamento, ma poi diventò di uno sconcertante nero pece, come era accaduto del resto anche per gli altri clienti di quella mattina. Quel giorno non sarebbe stato davvero possibile predire il futuro.
«Dovremo fare un’altra volta» concluse la Maga cercando di non incrociare, per l’imbarazzo, gli occhi della signora.
«Come sarebbe a dire? Io ho preso un appuntamento. Lei mi deve spiegare… la pago, cosa crede?» fece quella con arroganza.
«E che non mi sento tanto bene… questa volta non posso esserle utile in nessun modo. Quando sono così non percepisco nessuna vibrazione.»
La signora si chiuse il visone sul seno appassito e, facendo una smorfia che esprimeva disgusto, si alzò di scatto.
«Non mi vedrà mai più» fece in un soffio prima di andarsene.
La Maga Olga si distese sulla schienale della poltrona socchiudendo gli occhi. Si sentì addosso tutto il peso dei suoi anni. Prese poi il telefono. Il Maestro Hannubi, suo mentore e guida, avrebbe potuto aiutarla, anche perché si stava insinuando nella sua mente l’idea di aver perso i poteri.
«È successo anche a me oggi, Olga» le disse subito il Maestro con un filo di voce.
«Anche a te? Ma allora cosa può essere accaduto? È davvero possibile che abbiamo perso le nostre capacità così, all’improvviso?»
«Ma no! Non capisci? Non possiamo predire il futuro perché i nostri clienti non hanno più un futuro. E neppure noi. Nessuno l’avrà più. L’umanità non avrà un domani e sarà spazzata via dalla faccia della terra. Non c’è più nulla da fare, Olga. È la fine.»

22 pensieri su “La Maga Olga

  1. Complimenti, molto spesso sentiamo attaccare coloro che si considerano dei maghi di essere degli imbroglioni e truffatori, in parte è vero perchè non esiste magia se vi è denaro di mezzo, ma la verità è che l’uomo non cerca la verità,quella spesso già la conosce,cerca invece una qualsiasi bugia alla quale si può aggrappare, ed allora che ben vengano i maghi,veri o falsi non ha nessuna importanza, perchè non è il mago il problema ma la debolezza dell’uomo.

  2. Evvai! Era ora che qualcuno ci pensasse! Miseria, il futuro uno ha il diritto di costruirselo da se, con le sue fantasie, giorno per giorno! Saggio post!! ;-)) Un bacio LUna

  3. Mammina! E’ angosciante…mi aspettavo un finale sconvolgente ma non questo 😉 Spero che la maga si riprenda e che sia stato solo un brutto sogno…Ad oggi, non sono Maga ma ho tante sensazioni…Bhè il mondo non va come deve andare, tante volte ho pensato che era la fine. Speriamo di no, che non sia vero e non si avveri almeno per un po’ ancora 🙂 Un abbraccione.

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