Barattolo di vetro

Il barattolo era di vetro, senza etichetta, con uno di quei tappi di sicurezza dorati che luccicavano alla luce indiretta dell’alogena.
«Questa mou l’ho preparata ieri apposta per te: so che ti piace, devi assaggiarla» e così dicendo, Bastiano me l’allungò spingendolo verso di me con due dita, con un gesto che aveva un non so che di divertito. Sapeva che avrei lottato per non aprirlo.
«Guarda, Bastiano, che non ne posso più. È tutta la sera che porti in tavola ogni ben di dio.»
Lui sorrise appena: forse sapeva di aver esagerato con le portate, ma, come spesso dice, aveva voluto far bella figura e le due dita di passito di Pantelleria che mi versò in un bicchierino colorato, avrebbero dovuto servire da viatico per l’ultimo peccato di gola. Poi, come se ci fosse una qualche attinenza, guardando in trasparenza la bottiglia, mi fece:
«È strano come ci si svegli una mattina e ci si accorga di aver finito i sogni, di aver esaurito tutti progetti che ti eri portato dietro da ragazzo. Alcuni li ho scordati, altri hanno perso di significato strada facendo e per altri ancora ho capito che sono davvero irraggiungibili.»
Bevve un goccio, anche lui, asciugandosi una goccia di quel nettare che gli era rimasto tra le pieghe della labbra e, con un cenno un po’ stanco del capo, indicò la finestra del salotto, là dove il buio freddo della notte si era fermato contro i vetri appannati.
«Hai mai visto, qui giù dalla collina, come il profilo delle colline, al tramonto, sia a volte di un bel color viola? Sembra una bella donna adagiata nell’erba…»
Trasse un sospiro pesante soppesando il bicchierino oramai vuoto:
«Pensi che un giorno si potranno comprare i sogni da qualcuno che ne ha troppi?»
Non riuscii a rispondere, presi solo il barattolo di mou che avevo di fronte: lo stappai con un colpo secco, affondandoci subito dopo un generoso cucchiaio da cucina.

16 pensieri su “Barattolo di vetro

  1. io ho solo sogni. Qualcuno bisogna che mi spicci ad “usarlo” perchè è prossima la data di scadenza..altri,naturalmente ,spuntano come funghi ..se vuoi te ne passo qualcuno di quelli più ingombranti!_____…forse per te saranno anche semplici….

  2. E questa la rubo al mio pseudo-mentore Agnelli:

    *Hai mai visto una stella cadere
    ma non ricordi cosa desiderare?*
    E’ *Varanase*, quarta (?) traccia – ora non ricordo bene.. – tratta da *Quello che non c’è*, il loro ultimo album.

    Capita, sì, altrochè.
    Ma ritornano.
    Altrochè.
    Ancora più grandi, ancora più effimeri, evanescenti, quasi
    come terribili, sensuali bolle di sapone che prima o poi (ri)scoppieranno tra dita piccine.
    O troppo grandi.

    Così come ritorna un pensiero – *solomio* – legato a quel passito di Pantelleria da te e Lui bevuto, che, come un elastico giallo, mi segue, inchiodato ad un mignolo, da un po’, ovunque vada..

    Scendo ancora,
    magari ripromettendomi commenti meno scrausi..

  3. Sarebbe davvero terribile, la conferma che tutto si puo’ comprare sarebbe la vera morte dei sogni. Il giorno che il primo uomo comprerà il primo sogno, svaniranno i sogni…e forse anche gli uomini, solo dopo un po’. 🙂 Pero’, se si potessero regalare…allora chi si tirerebbe indietro? Baci, Gianluca.

  4. Anche io oggi ho parlato di sogni. E penso che non si possano comprare, neppure se prima si sentono dentro di sè.
    ciao ^_^
    mi associo al barattolo di mou

  5. Comprare no, ma farsi tornare la voglia sì. Io credo che il detto (O era una canzone?) I sogni sono desideri sia vero. A volte però i desideri pur essendo tali spaventano.Ci sono giorni in cui sento spengere i miei sogni e le mie pulsioni, un fiore al margine del marciapiede, un cielo strano, un tramonto e ricomincia la passione…ricomincio a sognare :))))
    Felice serata e notte e l’augurio di bei sogni che si ritrovano al mattino 🙂

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