Sul sedile posteriore

Mentre si affannava sul sedile posteriore della macchina con la bella Giulia, si stava già pentendo. Era la prima volta che lo faceva e il senso di colpa già gli rodeva il cervello. La paura di essere scoperto, indifeso com’era tra quei vetri che non volevano appannarsi e la luce impietosa della luna piena, lo facevano sembrare un animale braccato in una tana non sua. Poi fu il momento di rivestirsi e lei disse che non trovava più il perizoma: fu quello l’attimo in cui si sentì crollare il mondo addosso. La luce di cortesia interna non fu di nessun aiuto. Era piccolo e pure nero, diceva lei ridendo, e probabilmente si era attorcigliato su se stesso diventando così ancora più minuscolo.
Lui si ammutolì e quasi non la salutò neppure quando la mollò a un centinaio di metri da casa sua. Era già con la testa nel garage a ispezionare con la luce della pila ogni centimetro di quei sedili. Ma già sul vialetto di casa vide la moglie che lo stava aspettando. È la mia solita insonnia, disse lei dolcemente come per giustificarsi. Vieni a letto che mi fai compagnia. La seguì, sapendo che non l’avrebbe lasciato più solo. Dormì male, in modo agitato, addormentandosi solo all’alba. Al risveglio scoprì che la moglie era giù uscita. Se ne era dimenticato: sarebbe andata a trovare la madre prendendo la macchina. Si maledisse. Fino a quando la moglie non tornò il lunedì successivo, non ebbe più pace. Ho fatto lavare la macchina, disse lei appena scesa dalla macchina, ma lui si era accorto che era tesa, come arrabbiata. C’è qualcosa che non va? chiese lui, ma lei non rispose. L’ansia lo divorava. Che avesse trovato quell’indumento? Verso sera la moglie entrò nel suo studio agitando qualcosa in mano. Questo l’ho trovato nella macchina quando l’ho fatta pulire, lei disse severa. Nella penombra dello studio non vedeva. Iniziò a balbettare. Ti posso spiegare, farfugliò lui. Non c’è niente da spiegare, ribatté lei arrabbiata, gettando il portadocumenti di lui sulla scrivania. Un giorno o l’altro ti perderai finanche in casa tua. Ma lui capì che non ce la faceva più. Così cedette e confessò ogni cosa, piangendo e singhiozzando, dicendo che era stato solo un momento di stupida debolezza, che l’amava, che non l’avrebbe fatto più. Lei se ne andò la sera stessa con il bambino.
Qualche mese più tardi, quando sembrava fossero passati anni a giudicare dalla sua faccia, camminava confuso per la strada immerso nella sue angosce. Si sentì chiamare. Era la bella Giulia. Lei l’abbracciò rimproverandolo di non essersi fatto più né vedere né sentire. Lui si schermì. Poi lui le disse che gli dispiaceva per quel perizoma che non era riuscito più a trovare. Perizoma? Chiese lei divertita. L’ho poi trovato subito quella notte stessa. Pensavo te ne fossi accorto quando l’ho infilato, forse era buio o eri ancora senza occhiali. Ma grazie per l’interessamento.

12 pensieri su “Sul sedile posteriore

  1. Tornata a casa da poco …Questo gelo disarma, toglie il respiro. Cerco il sonno ricordando i vostri volti e riascoltando le vostre allegre, calde parole 🙂 Un abbraccio.******

  2. Sono ancora sotto l’influenza benefica del nostro incontro ed ognuno di voi è stato una piacevolissima sorpresa. Tu poi, con questo modo lieve ma incisivo di raccontare la realtà “parallela”, sei fantastico ed in qualche modo rigenerante perché permetti – secondo me – di filtrare e rivedere la nostra vita in maniera meno traumatica, “illudendoci” che sia solo fantasia … ed invece!
    A presto e buona settimana (con o senza neve).

  3. Ti ho letto tutto di un fiato. Mi hai appassionata.Mi viene un pensiero, ma è mio e credo non possa essere universale, nel senso che per certe cose non esiste verità assoluta. Per me il tradimento e il successivo confessarlo è un urlo! Un grido, una richiesta…un modo per portarsi al limite, rischiare…tanto..di perdere, per avere una scusa per perdere.Un pretesto da struzzo, ma pur sempre un pretesto. E con questo non dico sia bello, anzi…

    Mi ha fatto piacere conoscervi. OK, ci siamo appena annusati ma il profumo è buono. Vale la pena approfondire e confrontarsi, leggersi e potrendo viversi. Alla prossima, spero presto.
    Ti posso inserire nei miei Link?
    Notte e un abbraccio fortissimo….:)
    Pieno di simpatia che scalda come il fuoco nel camino 😉

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