Un bambino con la maglia a righe guardava intensamente una pozzanghera appena creata dall’ultimo piovasco d’autunno.
«È una pozzanghera. Cos’ha di speciale, Nicco?» lo interrogò l’amico passando la mano nervosa sullo spallaccio dello zaino.
«No, non è come le altre» sentenziò in riposta l’altro. «Questa, in verità, è una porta lasciata dagli alieni per entrare e uscire dal nostro mondo. L’ho letto su una rivista.»
«Scherzi, vero?» fece il maschietto dello zaino, agitandosi sulle gambe.
«Vedi quella specie di arcobaleno, Giuse, lì, da un lato? Quello è il segnale che è una superporta.»
«Va beh…» fece l’altro prendendolo per il gomito «vieni via. Si era detto che s’andava da Guido.»
«Aspetta, non avere fretta» fece il bambino divincolandosi.
La superficie dell’acqua rifletteva il cielo diventato terso con stracci biancastri di nubi altissime. Pareva un pezzo di infinito che fosse caduto al suolo.
«Non vorrai mica buttartici dentro, eh, Nicco? E io poi cosa faccio?»
A quella domanda l’amico, che già aveva un piede alzato come se fosse stato in procinto di fare il passo, non seppe cosa rispondere.
«Dai, andiamo, vien via…» insistette Giuse cercando di sfruttare quella esitazione «può essere pericoloso…»
E mentre i due si allontanavano trotterellando verso la piazza, un ragazzotto, con il doppio degli anni, si scostò indolente dal muro di una casa su cui si era addossato per mangiare in pace il suo hamburger: non curante della salsa rosa che gli gocciolava sulle Nike, si avvicinò alla pozzanghera, incuriosito da quei discorsi; gettò un’occhiata ai bambini che stavano già sparendo dietro alla fila dei lecci, come per capire meglio. Ma poi alzò le spalle ed entrò deciso nell’acqua con entrambe le scarpe.
«Ehi! Ma non funziona!» urlò lui sbattendosi l’hamburger sui jeans.
Il ragazzotto increspò tutta la pozza smoccolando tra i denti e strascicando i piedi per poterli pulire sull’asciutto.
E se ne era appena andato allorché un piccione atterrò rapido per mangiarsi il pezzo di panino caduto nell’acqua. Una, due, tre beccate. E lentamente il piccione affondò nella pozza sino a sparire.
non so, forse è il pozzo dei desideri! un giorno scriverò una storia su un caffè impossibile e un bar che sprofonda nel niente!
…Sarebbe a dire che agli alieni piacciono solo i volatili? 🙂
grazie per la visita e la battutina;)
Mi piacerebbe che questa storia intrigante continuasse.
ot
Buongiorno!
Un info di … servizio …
La Finestra (http://sos-animali.splinder.com) ha riaperto.
Ti aspettiamo … e magari ci puoi dare una zampa anche tu!
Grazie!
molto bello!
io salterei subito nella pozzanghera se avessi la sicurezza di tornare
potere prezioso della tua fantasia che sa farsi inquietante racconto! baciogrande, g.
Non mi piace quel “si allontanavano trottorellando”. E’ molto utilizzato dagli scrittori di romanzi (serie B), ma mi da sempre quell’impressione di movimento rotatorio tipico della trottola.
Il piccione ha mangiato ed é annegato. Non si fa il bagno dopo un pasto!
oggi non c’è sole introno a me….
Ciao Briciala. grazie. Tutto OK. Che dici se spingiamo il Berlusca dentro quella pozzanghera? Ciao e complimenti. Alain
Simpatica Briciola, che brava è nella difficile impresa del racconto breve! Buonanotte
🙁
Cavoli, ho un paio di persone che butterei in quella pozzanghera 🙂
stupendo. ciao
ma quanto mi è piaciuto questo racconto? Grazie. Flor
Ci vuole una certa leggerezza per andare al di là.. Questa la morale ? 🙂
Come al solito un gioiello!
Leggo sempre le tue strorie, decisamente affascinanti.
Ciao
Kadisia*
rischio di essere eliminata-ti prego VOTAMI su http://www.missblog.splinder.com grazie-un bacio-daisi
Complimenti per il Blog
Bello!
:-*