Vita da ciechi

Il cane trainava la vecchina, che, nonostante fosse cieca, aveva il passo abbastanza sicuro. Procedeva un po’ inclinata all’indietro, come se quella posizione le consentisse di essere più attenta ai rumori che la circondavano. Poi il pastore tedesco si fermò. La donna sapeva di essere giunta all’angolo tra via Gelsomino e via Garibaldi. Riconosceva quel preciso punto perché l’aria proveniente dalla vicina piazza diventava più fresca e il profumo del pane della bottega di Mario era, a quell’ora, inconfondibile. Quello era anche il luogo in cui il suo Netz faceva i bisogni: proprio lì, tra il cassonetto della spazzatura ed un segnale stradale, come ogni mattina. La signora era in attesa paziente che il suo fido amico finisse, quando un motorino le arrivò incontro dalla via. Probabilmente il ragazzo pensava di essere stato notato dalla donna che aveva il viso nella sua direzione non essendosi reso conto delle sue condizioni di non vedente. Accorgendosi che la signora non si scostava, frenò allora bruscamente per poi scartarla all’ultimo momento; la donna si spaventò, tanto che balzò verso il muro. Stava imprecando tra sé e sé allorché Netz si mise a guaire come era suo solito, giusto per avvertire la sua padrona che aveva terminato. Lei l’aveva abituato così, anche perché ci teneva a raccogliere il bisognino deprecando chi non lo faceva lasciando imbrattato il marciapiede. Il cane si mise allora a spingere la mano della donna in direzione del punto dove lei avrebbe dovuto mettere la busta di cellophane già preparata, ma, contrariamente a ciò che era accaduto altre volte, la padrona non trovava nulla. Piegata in avanti, in quel modo innaturale, anche per la sua età avanzata, l’anziana era in difficoltà e non c’era proprio nessuno nei paraggi che potesse aiutarla. Netz uggiolava con insistenza e, ogni volta che si accorgeva che la mano di lei si allontanava dal posto giusto, cercava di riportarla nella corretta posizione. Trascorsero così diversi minuti in questo imbarazzo e la donna si era messa persino a tremare dallo sforzo; era lì lì per desistere quando trovò quello che cercava, anche se le pareva che fosse in una zona più lontana dell’usuale. Si tirò su, provata, ma soddisfatta di esserci riuscita e, alzando il coperchio del vicino cassonetto, si liberò di ogni cosa.
«Cos’hai ancora da mugolare, Netz? Te l’ho raccolta, te l’ho raccolta» lo rassicurò la signora dandogli una grattatina dietro le orecchie. «Vieni, passiamo da Carlo, che sicuramente ti darà quell’osso che ti aveva promesso.»
Netz, fece un po’ di resistenza, poi si mise sul davanti a condurre la donna, rassegnandosi di vedere la propria cacca fare bella mostra di sé sulla scarpa sinistra della sua padrona.

20 pensieri su “Vita da ciechi

  1. riciao, ti lascio anche un messaggio da parte di Rosagialla, poichè non riesce a commentarti:
    “ciao Briciola… scusa la mia latitanza ^_^ ti abbraccio nell’augurarti la dolcenotte smackkk a presto …”

  2. Riesci spesso a farmi sorridere, anche se poi cerco sempre di andare oltre e cercare di immaginare quando mai la vecchina si accorgerà del “misfatto”….

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