La valigia color verde

Erano le due del pomeriggio. In piazzetta di Lughi mi stavo sorbendo il mio caffè sotto l’ampio ombrellone del Bar del Cinghiale, quando dalla parte opposta della piazza, dalla via che corre di fianco al Duomo di San Properzio, vidi arrivare lentamente, nella mia direzione, una cinese. Trascinava con la destra una grossa valigia blu e con la sinistra un’altra di color verdastro, che teneva però per la maniglia. Giunta all’altezza del cassonetto, posizionato poco distante dalla statua di Poggi Perti, la donna appoggiò in uno scatolone lasciato lì da qualche negoziante, quella verde; ispezionatala un’ultima volta al suo interno, con grande cura, proseguì il suo cammino.
‘Anche a loro si rompono le valigie’ pensai mentre vedevo sfilare la donna a pochi metri da me. ‘Sono un popolo ipertecnologico, ma con gli stessi nostri problemi’.
La cinese non fece in tempo a uscire dal quadrato della piazza che un uomo, partendo da dietro le mie spalle, si diresse rapido verso il cassonetto e, senza alcuna esitazione, come fosse stato un gheppio che avesse scovato un topolino tra l’erba, afferrò la valigia abbandonata sparendo, in un lampo, nella via adiacente la chiesa. Il tutto si era svolto in pochi attimi, tanto che sembrava che i due avessero agito in sintonia.
Poco dopo arrivò Tonio. Mi parlò delle sue cose. Mi raccontò che era venuto a farsi visitare da lui un suo amico per un dolore ad un fianco ed ora risultava dalle analisi che aveva un tumore al fegato e non sapeva come dirglielo. Gli avevo appena ordinato un caffè, come se avessi voluto in qualche modo consolarlo, quando vidi tornare indietro la cinese. Si mise a rovistare in modo convulso vicino al cassonetto: sembrava che cercasse la valigia verdastra che, ovviamente, non c’era più.
Poi si mise a piangere, di un pianto che aumentava sempre più in intensità e disperazione. Quindi si mise a gridare:
«Il mio bambino, il mio bambino… mi sono pentita, mi sono pentita… dov’è il mio bambino?»

34 pensieri su “La valigia color verde

  1. Ops! Non mi ero accorta che qno altro si era loggato sul mio computer… (Accidenti ai computer in comune!). Il commento di prima però era mio!

  2. Ormai il finale insolito è diventato la tua inconfondibile firma!

    In realtà ero passata perchè mi ero sentita onorata nel sapere, dal commento, che Briciola mi ha letto.
    Arrossisco.

  3. Caspita: leggendo il tuo racconto mi sono ricordata che anche la mia valigia è verde…. (verde come la campagna che è tutt’intorno a me da una settimana- ecco dov’ero finita-) Però, quando sono arrivata qui e l’ho aperta, dentro c’erano solo i miei vestiti e il mio pc. …Uhmmm…. E’ meglio che vada subito a riaprirla, non si sà mai!!!!!!!!!!! ^___^

  4. non saprei dirti se pisciano oppure no…anche perche’ le rotondita’ non appaiono del tutto normali….potrebbero essere due bambini del cottolengo?ciau buon fine settimana

  5. Briciola hai proprio deciso di shockarci negli ultimi tempi: l’ultima frase di questo post mi ha fatto correre un brivido lungo la schiena….Efficacissimo…perchè inaspettato. Bravo. Sereno w-e. Alain

  6. Hai proprio virato di registro, briciola, e mi piace. C’è sempre la sorpresa finale, ma non è più una gag, è un biglietto da visita. Bravo!

  7. molto bello; sentivo quasi l’odore del caffè.
    per quanto riguarda la normalità, non ho risposte. come vedi, ne rido di quel concetto condiviso nel quale non riesco proprio a rientrare!
    ‘notte

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