Festa della Repubblica

«Guarda che hai sbagliato strada!»
Il tono della donna era acido e sottintendeva un ‘sei sempre il solito’.
«È che al buio, cara, non mi oriento.»
La macchina procedeva nella notte come un animale impaurito che si era perso nel bosco.
«Cosa stai andando avanti a fare? Torna indietro!» ringhiò la moglie che si stava visibilmente spazientendo tanto da aver preso ad agitarsi sul sedile.
«Non posso girare in questa strada così buia, cara, sto cercando una piazzola» rispose lui con l’aria di volersi scusare.
Di lì a poco, per fortuna, apparve sulla destra una stazione di servizio: era tutto spento, ma sarebbe andata benissimo per l’inversione. La macchina vi si infilò con una qualche esitazione.
«Accidenti c’è la catena» fece lui con disappunto vedendosi sbarrata la strada dopo essersi inoltrato nell’ampia area.
«Fai retromarcia!» ribatté lei trattenendo a stento la stizza.
Il marito eseguì la manovra come un bravo soldatino, ma subito dopo udì un tonfo cupo.
«Cosa è stato?» si chiese la donna scossa.
Lasciati i fari di retromarcia accesi, i due scesero.
«Non vedo nulla, cara, e tu?» domandò l’uomo incerto.
«Hai urtato quella tanica laggiù, che qualcuno ti ha lasciato tra le ruote proprio perché tu la centrassi» sentenziò lei, aspra, tornando alla macchina. Ma, salendo, la luce di cortesia dell’abitacolo illuminò una donna seduta sul sedile posteriore che teneva la testa reclinata all’indietro colando sangue sui sedili. La moglie lanciò un urlo lancinante di terrore. L’uomo rimase a bocca aperta, incapace di dire alcunché. La donna ferita era oltretutto vestita come fosse la classica rappresentazione dell’Italia: aveva la corona turrita in testa, la tunica bianca e, in mano, una ramoscello d’ulivo spezzatosi in due per l’urto. Trascorse un tempo che sembrò lunghissimo. La moglie teneva il volto nascosto tra le mani per non vedere, il marito, invece, era rimasto immobile, seduto di tre quarti, squadrando quell’improbabile figura che perdeva copiosamente sangue dal capo e da un braccio. Poi la donna investita, con un fil di voce, mormorò:
«Almeno portatemi all’ospedale.»

31 pensieri su “Festa della Repubblica

  1. Ma poi qualcuno la portava finalmente in ospedale..?! 🙁
    Sono certa, ci sarebbe un’intera equipe di infermieri pronta per la riabilitazione, ché qualcuno qui ci tiene ancora..
    Grazie per la visita!
    Irene

  2. Non siamo sempre pessimisti!!! In fondo la dolce famigliola poteva andare in giro anche in camper, oppure in autoarticolato…:-)
    (se ne va con sorriso tristemente ironico e beffardo…)

  3. Portando la poveretta all’ospedale, approfitterei per mollare la moglie alla stazione di servizio.
    Meglio una repubblica malconcia che una tirannia anche rompiscatole.

  4. Buongiorno, i miei omaggi e un grazie per la visita!
    In virtù della Sua fama e della fantastica vignetta di oggi ho il piacere di comunicarLe che si può considerare dispensata dal venire accompagnata. Distinti saluti. La direzione precaria.
    Buona giornata! Claudia

  5. Hai proprio ragione, prima di fare retromarcia bisogna assicurarsi che la strada dietro sia sgombra. E’ triste pensare che proprio il giorno della festa della repubblica, si possa pensare a fare inversione di marcia.

  6. sperando che si sia in tempo a curarla e che non la travolgano altre retromarce, provandoci magari per come possiamo… Una favola che non lo è in nessun senso, ma bellissima…

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