La raccomandata

Fu solo quando sentì dire ‘avanti’ che l’uomo aprì la porta.

«Sono il postino signora» fece con tono professionale rimanendo sulla soglia. «Ho una raccomandata per Olmi Oscar.»

La stanza era illuminata, enorme, completamente priva di mobili: sembrava che i ladri l’avessero appena svaligiata. La donna era davanti a lui, a quattro/cinque metri: era seduta composta su di una sedia semplice, di paglia. Era come se si aspettasse quella visita.

L’uomo stava per ripetere la propria frase di rito quando la sua interlocutrice strizzò un poco gli occhi e bofonchiò:

«Le spiace se firmo con questa?» e, così dicendo, alzò, all’altezza della sagoma del postino, una doppietta che teneva salda come una protuberanza naturale del suo braccio.

«Ma che fa? È pazza?» urlò l’uomo strabuzzando gli occhi.

«Cosa credevi? Che non mi aspettassi più di vedere il tuo brutto muso? Dov’è quella baldracca della tua amante? Hai goduto a scappare con lei, vero?»

«Ma no, guardi, si sbaglia mi confonde con qualcun altro, io sono il postino, le giuro, sono il postino.»

«Ormai è troppo tardi per le scuse» ripeteva la donna come fosse in trance «non ci sono scuse per aver rovinato la mia vita. È giunto il momento di farti capire quanto tu ti sia sbagliato a giudicarmi una femminuccia docile e debole.» La signora tirò a sé entrambi i cani del fucile: ne uscì uno schiocco secco che rimbalzò tra le pareti bianche.

«Oh mio Dio, oh mio Dio, non faccia sciocchezze signora, sono il postino, non sono suo marito.»

La donna, dopo aver buttato all’indietro i capelli lunghi con una rotazione improvvisa della testa, accostò con cura il calcio alla guancia e chiuse l’occhio sinistro.

L’uomo si sentì gelare, le gambe si erano fatte d’acqua e il cuore spingeva sulla cassa toracica come volesse abbandonarlo. S’irrigidì, abbassando lo sguardo, pronto a raccogliere l’inevitabile colpo di fucile. Poi dalla sua bocca uscirono incontrollate queste parole:

«Ma io ti amo ancora.»

L’uomo ascoltò questa frase come se non fosse stato lui a pronunciarla. La signora rimase lì, titubante. Quindi abbassò l’arma.

«Mi hai fatto soffrire molto, però, sai?» mormorò lei con voce tremula.

Il postino le si avvicinò lentamente fino a toglierle di mano la doppietta.

«Possiamo ricominciare una nuova vita, se vuoi» bisbigliò la signora conciliante abbozzando un sorriso.

L’uomo, senza neppure pensarci, le assestò un violento manrovescio al volto che la fece volare in mezzo alla stanza. Poi le gettò addossò la raccomandata lanciandogliela come un freesbee.

«Il registro me lo firmerà un’altra volta» sentenziò acido. E uscì.

36 pensieri su “La raccomandata

  1. Ciao Briciola, passo veloce per lasciarti un sorriso,
    mi perdo nel tempo che soffia sempre sul collo, ti leggo di corsa con simpatia, sei brava ma questo già lo sai. P.S. Il dipinto non è mio…e ho scordato
    anche l’autore…;-(…a presto

  2. m’hai fatto ridere… di gusto…
    “…La donna, dopo aver buttato all’indietro i capelli lunghi con una rotazione improvvisa della testa, accostò con cura il calcio alla guancia e chiuse l’occhio sinistro…” questa immagine, nel contesto del racconto, l’ho trovata esilarante….
    ciao

  3. Vieni a leggermi quando vuoi (anche se la fantasia non ti manca di certo! Complimenti!!) Ti aspetto sempre molto volentieri e i tuoi commenti sono per me molto preziosi. Un abbraccio.

  4. ciao…sono stata attirata dal nome del blog..e non mi sbaglio…è molto carino anche tutto il resto…complimenti…ci tornerò di sicuro…

  5. ciao, è proprio bello il tuo blog… l’ho scoperto qualche tempo fa e l’avevo bookmarkato (io sono la regina delle liste delle cose da fare), ma sono sempre un po’ in un vortice (poco organizzata mi sa…).
    Volevo fare anche io un blog solo su fanfic (= storie non originali, ma che usano personaggi di altre storie, nel mio caso il mondo di Harry Potter), e all’inizio era un pochino così (avevo creato dei simboletti scemini) ma poi altre cose mi hanno preso la mano…. (e poi zero feedback, lo ammetto). M’hai fatto tronare la voglia. Le mie storie non sono per bambini (ma nemmeno per adulti). Ci sono archivi per fanfictionare/i che ospitano anche storie originali, hai mai provato a farci un giro? Ciao e grazie per la visita (ma come mai sei finito da me? Pensavo di essere in un giro di sole blogmamme… )

  6. questo racconto è fantastico…da FILM…
    ti si stampano in testa le immagini, i pensieri del postino, i capelli della signora, il suo occhio aperto che fissa l’uomo…FANTASTIQUE.
    ciao (nota tecnica:la tua pagina è lentissima da aprire…tanto tanto) alla prossima…

  7. non c’è che dire..riesci a tirare il lettore dentro la storia ,brava Briciola! Grazie per la visita..a presto, e un bacio:-)Mara P.S.:mi è venuto un dubbio..sei una donna o un uomo?..solo curiosità;-)

  8. Devo dire grazie a Gardenia. E’ grazie a lei che sono giunta qui. E credo che non me ne andrò più…è troppo carino il tuo blog e i racconti che scrivi sono fantastici. Complimenti di cuore!

  9. Se il postino era più pronto di spirito e meno di mani poteva assecondare subito la matta: fingendo di essere l’amato e stando al gioco da subito avrebbe dato un attimo di tranquillità e di speranza alla poveretta… evitando un fucile alla tempia… ma lo capisco: un mestiere così imprevedibile!

  10. Era tempo che non tornavo qui…grande questo racconto del postino!! Davvero, ogni volta che leggo un tuo racconto immagino tutta la scena davanti agli occhi! E poi ogni finale è così imprevedibile! Sei un grande, c’è poco da fare! Saluti di cioccolata…

  11. ma a me piacerebbe sapere in quale angolo della tua mente li vai a cercare questi episodi!!! sembri davvero un regista, uno scrittore, un romanziere!! forte, davvero forte!!!

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