Il pedinamento

L’uomo era schiacciato dietro al palo della luce. Ogni tanto si sporgeva dalla sagoma cilindrica e porosa di cemento a guardare al di là della strada. In mano aveva un block notes dove spiccava, con una scrittura minuta e fitta, una ridda di dati e scarabocchi. Un cappuccio verde militare agganciato al giaccotto in pile, gli copriva pressoché tutto il volto. Si notava appena una barba rasa su guance giovanili e magre, un naso affilato su due labbra pallide appena tracciate.
Un riff dei Korn si fece largo attraverso i vestiti.
«Sì?» fece l’uomo nel cellulare del tutto nascosto nel palmo di una mano. «Lo sto vedendo… sì, non preoccuparti, sono in buona posizione… sì, sì, ha fatto le solite soste, ma poi è entrato in una tabaccheria. No, non so cosa ci possa fare un ragazzino di tredici anni in una tabaccheria, ma adesso vediamo… ti farò rapporto più tardi.»
L’uomo richiuse il telefonino, ma non lo ripose. Se lo rigirò, nervoso, tra le dita, come aveva preso a fare da quando lo aveva comprato.
Poi il ragazzino fece una cosa del tutto inaspettata: uscì dalla tabaccheria correndo a perdifiato come se il negozio avesse dovuto esplodere da un momento all’altro. L’uomo fu colto di sorpresa, quasi si spaventò, tanto che se ne stette immobile a guardare il suo obbiettivo mentre si stava allontanando velocemente sul marciapiede opposto al suo. Appena realizzò quanto stava accadendo, scattò dal suo nascondiglio come una tagliola per volpi proiettandosi sulla strada con l’occhio fisso sul bambino che correva, se fosse possibile, ancora più forte. In quello stesso istante, coperto alla sua vista dal copricapo che gli penzolava dalla fronte, un autocarro sbucò all’improvviso dalla sua destra caricando l’uomo con violenza prima sul cofano e poi sul parabrezza che si accartocciò in migliaia di venature sottili. La sagoma scura rimbalzò all’indietro per diversi metri per poi aggrapparsi, come uno scomposto spaventapasseri abbandonato, sullo steccato del giardino della chiesa.
Ancora pochi istanti e il ragazzino svoltò definitivamente l’angolo della via.

9 pensieri su “Il pedinamento

  1. qui ci passo di rado, i tuoi racconti sono belli ma un po’ lunghi per i tempi miei, che navigheggio tra una cosa e l’altra, ma ogni volta che riesco a passare di qui è un piacere, tanto che ne leggo diversi (e proprio questo mi fa perdere più tempo del dovuto, ehm)

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