Profumato di mirra

«Un giorno o l’altro devo fare in modo che tu ti ricordi di me. Quando sei lontano da qui non mi pensi affatto e magari guardi le altre.»
Me lo diceva sovente, ma la sua aria da bambina imbronciata non richiedeva una risposta, perché era il suo modo di dirmi che ero solo suo e che non doveva esserci null’altro nella mia testa. Il profumo di mirra della sua pelle faceva, come sempre, il resto e il cuore batteva subito all’impazzata, come se fosse la prima volta che naufragavo in quel mare. Erano minuti rubati alla vita cadenzata da altri, sogni prigionieri, gesti fortemente desiderati, ma valeva la pena di viverli sospesi nel baratro senza curarsi di quanto suggeriva la coscienza.
Ieri, invece, il tempo aveva ritagliato solo un refolo di dolcezza.
‘Passo un attimo per salutarti’ avevo detto per telefono, ma poi lei mi aveva accolto alla porta con un sorriso spudorato, dondolando appena quel corpo morbido avvolto dall’alito caldo del peccato.
‘Va bene… ciao… vai pure’ mi sussurrò attorcigliando l’indice nell’autoreggente e con tono di sfida.
So unicamente di aver chiuso la porta dietro di me, di averla chiusa alla riunione che aspettava in quella sala fumosa, all’icona di seria puntualità costruita nel tempo.
‘Pericolosa’ mi confessai spogliandomi alla rinfusa ‘questa donna è pericolosissima’.
Per fortuna la neve aveva bloccato uno dei capi al passo del Gabbio e la riunione era iniziata pochi secondi prima che entrassi in sala. Nessuno mi disse niente e quando andai ad occupare il mio posto ero ancora sottosopra. Non riuscivo a cancellare le immagini di lei mentre giocava con il mio corpo. Mi passavano davanti come tante slides colorate.
Poi qualcuno fece il mio nome ed io subito, come se mi fossi svegliato in quel momento, posai la borsa sul tavolo sfoderando un’espressione di circostanza. Blaterai qualcosa quando estrassi di slancio la pratica. Ma da sotto il fascicolo volò qualcosa di leggero e di scuro. Era come se l’avessi buttato, di mia volontà, in mezzo al tavolo sotto gli occhi di tutti. Era il suo tanga nero, profumato di mirra.

15 pensieri su “Profumato di mirra

  1. Ciao. E’ la prima volta che lascio un commento qui da te ed è per dirti che mi piace come e ciò che scrivi. Ti aggiungerò ai miei link.
    Un saluto.

  2. Ora ti sto scrivendo dalla Germania, Monaco, ma a fine settimana rientrerò in Italia. Non sono lontanissimo, ma un po’ sì. Mi piacerebbe fare uno scambio di link, se ti va, fammi sapere. Buon lavoro.

  3. Ciao Briciola… grazie per la tua visita al mio blog, mi fa molto piacere. Eh si hai ragione, l’importante è che il presidente non abbia più le rughe sul suo viso, poi il resto a chi importa?
    Buona giornata
    un bacio

  4. Cara Briciolanellate, ti ringrazio molto della segnalazione. E complimenti per il nome: anche io mi sento un goccia nel mare. Certo, le briciole forse riescono a rimanere a galla… Comunque sia ti rngrazio e ti segnalo nel mio prossimo post. Ciao. Marco (Blog di Blog).

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