Straccetto per polpi

Tito, il mio giornalaio preferito di Lughi, è una gran brava persona. È un uomo semplice, dalla conversazione piacevole se non fosse per il fatto che la sua attenzione è costantemente catalizzata sulle pretese avversità che sconquasserebbero la sua vita: la moglie secondo lui lo tradisce, le tasse “gli si stanno mangiando tutto il baracchino”, la squadra della Lughese (che milita in non so più qualche infima categoria) da quando ha perso il suo beneamato Presidente, il comm. Trenotti, non è più la stessa. Questo per dire che, se è in vena, ti attacca un bottone da inchiodarti all’edicola.
Ma oggi avevo forse bisogno io di parlare con lui sentendomi smanioso di sfogarmi con qualcuno. Tito fece così appena in tempo a salutare un cliente appena servito – lo stavo scrutando al di sopra delle pagine lucide di Applicando – che, chissà per quale motivo, gli dissi:
«Ero convinto che, ad una certa età, avrei avuto solo certezze. Valeva la pena, secondo la mia mentalità di bambino, diventare adulti proprio perché avrei raggiunto la serenità di spirito abbandonando dubbi e inadeguatezze; ero certo che avrei finalmente saputo che direzione prendere assaporando la libertà di autodeterminarmi senza essere condizionato da nulla e da nessuno. Invece mi riscopro ad avere il doppio delle domande e la metà delle risposte. E a volte mi sento così strano da sentirmi come uno straccetto in un’esca per polpi, in mezzo all’oceano, in balia dei capricci degli dei e delle sensazioni che mi svuotano dal di dentro.»
Tito mi guardò a bocca aperta. Sembrava fosse la prima volta che mi vedeva. Quindi fece:
«Beh oggi pomeriggio, in tanto c’è la Coppa Italia e puoi passare il tempo a vedere quella: poi domani, tutt’al più, si vedrà.»

5 pensieri su “Straccetto per polpi

  1. magari domani ti mangi una gustosa coppa del nonno…,poi c’è il festival di Sanremo, poi il carnevale di Viareggio, poi un bel viaggio, poi fai una bella vignetta, poi ricevi dei commenti simpatici, poi, poi, poi…

  2. una volta il mio amico mi ha portato a giocare a calcio fuori, ma per quanto si fosse raccomandato non sono riuscito a non mordere forte la palla e cosi’ siamo tornati a casa presto.

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