Vita di mou

Atto secondo, scena prima, quadro terzo.
Esterno giorno. Due uomini sono seduti su di una panchina all’interno di un parco. È una bella giornata. Quello più anziano ha un’aria dimessa, trascurata, butta delle molliche di pane ai piccioni. Ha un maglione spesso, blu, infeltrito. L’altro è ben vestito, con camicia e cravatta e un soprabito lungo elegante nella cui tasca è riposto, ben ripiegato, un quotidiano; ha un berretto floscio sulla testa.

MARIO Allora, come ti va?
ARTURO Abbastanza bene, non posso lamentarmi (l’uomo segue con attenzione l’amico che pazientemente spezzetta un grosso panino raffermo).
MARIO E il lavoro in agenzia, Arturo, sempre a gonfie vele? (getta un pezzo di pane un po’ di sghimbescio per favorire un passerotto).
ARTURO Sì, va proprio bene.
MARIO Certo che l’hai pensata proprio bene tu ad aprire un’agenzia di pompe funebri un paese come questo. Hai avuto buon naso. Non ci aveva pensato nessuno.
ARTURO Eh sì, è vero.
MARIO E anche l’idea di affittare le bare è un’idea strepitosa. Ma come funziona esattamente?
ARTURO E’ presto detto, Mario: ho pensato che le persone indigenti, che non potevano permettersi un feretro di un certo pregio, lo potessero prendere a noleggio per tutta la cerimonia compresa la tumulazione. Poi noi, il giorno dopo, quando non ci sono più parenti, né amici al cimitero che possano accorgersene, ritorniamo lì, dissotterriamo la salma, la togliamo dalla cassa e la riseppelliamo nella terra. Il cliente, d’accordo con noi, ha fatto bella figura, spende poco e tutti sono contenti. Tanto il morto che se ne fa della cassa? Un bel niente. Per lui è la stessa cosa.
MARIO Sei un genio Arturo, lo dico sempre a mia moglie: lui sì che ha avuto successo.
ARTURO Grazie, Mario, tu mi confondi con i tuoi complimenti.
MARIO Figurati, te li meriti. E mi ha sempre inorgoglito il fatto che tu mi sia rimasto amico nonostante le mie avversità. Ma c’è una cosa che ti invidio particolarmente: (si mette il resto del panino sbocconcellato nella tasca sformata dei pantaloni e su pulisce le mani sfregandole una contro l’altra) non ti arrabbi mai…
ARTURO Beh in effetti…
MARIO Hai sempre la giusta misura nelle cose, la parola adatta per ogni situazione, un sorriso rassicurante. E inoltre non sei uno di quelli che pensa solo al lavoro. Sei un’artista, una persona sensibile, aperta alle nuove idee…
ARTURO Adesso non esagerare (si alza un poco il cappello per grattarsi la testa semi pelata). A pensarci bene una cosa c’è che mi fa imbestialire.
MARIO Cosa, cosa?.
ARTURO Quando sento dire alla televisione ‘la polizia è intervenuta sul luogo del sinistro, ma per il signor tizio o signor caio non c’era più nulla da fare’.
(Mario, divertito, guarda Arturo con aria interrogativa).
ARTURO Come non c’è niente da fare? Dico io. C’è da scegliere la cassa, da prenotare i fiori, da parlare con il parroco…

18 pensieri su “Vita di mou

  1. E’ impressionante come mutino i rapporti con le persone che ti sono accanto subito dopo l’apertura di un blog.
    I rapporti con gli amici si smussano quando un mezzo diverso permette loro di smettere di ascoltare la vita dell’altro, per iniziare a leggerla.
    Non c’è più bisogno di chiamare ogni giorno, o mandare un messaggio, per chiedere come stai?
    E’ tremendamente semplice leggere e sapere come scorre la vita degli altri.
    Un amico che ti conosce sa come

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