Due colpi

L’uomo si avvicinò alla porta e suonò.
«Chi è?» si sentì, dall’altra parte, una voce di donna.
«Sono il suo assassino signora, mi apre per favore?»
Seguì un rumore complicato di chiavistelli aperti e di una catena lasciata andare sullo stipite. La porta si spalancò.
«Non ho capito, scusi…» fece la donna con i capelli tinti e cotonati, sulla sessantina.
«Sono il suo assassino signora e sono venuto per ucciderla.»
Ci fu un attimo di silenzio. La donna inforcò gli occhiali sottili e dorati che fece sgusciare dalla tasca del tailleur.
«Ah, è lei… mi sarei aspettata una persona meno giovane. Ma venga, venga, entri, non stia lì sulla soglia, si accomodi.»
La casa era illuminata in modo finanche eccessivo per essere mezzogiorno: era ben arredata ed un profumo intenso di pulito sembrava lì a bell’apposta per mettere di buon umore.»
«Posso offrirle qualcosa?»
«No, grazie, signora. Se per lei è lo stesso… io avrei una certa fretta.»
«Oh certo giovanotto, mi scusi, la capisco. Chissà quanti altri impegni avrà.» La donna intrecciò le dita all’altezza della cinghia griffata e, con un certo imbarazzo, chiese:
«E come pensava di uccidermi?»
L’uomo, fattosi serio, disse in modo professionale:
«Io di solito i miei clienti li strangolo. Ma so che lei ha pagato molto bene la mia agenzia … per cui… scelga lei.»
«Preferirei un bel colpo di pistola.»
«Perché no? Ho giusto un’arma che ho appena fatto venire dalla Germania. E’ uno strumento di alta precisione e un ottimo silenziatore. Ma piuttosto…» e si guardò in giro alzando il mento «dove vuole che ci mettiamo? Mi dispiace sporcare qui per terra.»
«Sì, infatti» ribatté la donna con un gesto di gratitudine «ho appena pulito; avevo pensato di andare in bagno, dentro alla vasca per la precisione. Così non sarà poi tanto difficile rimettere le cose in ordine… quando sarà finito tutto, intendevo dire…»
La donna fece strada in silenzio. Il bagno era spazioso ed accogliente. Da un lato, incassata nel pavimento, era adagiata un’ampia e raffinata Jacuzzi. La signora, con molta naturalezza scese i pochi gradini e si distese sul fondo completamente vestita.
«Lei è davvero elegante, sa?» fece l’uomo sincero dandole una rapida occhiata «non mi capita spesso di avere a che fare con persone di classe come lei.»
«La ringrazio molto giovanotto. Me l’avevano detto che lei ci sapeva fare. Quando sarà tutto finito, troverà sulla mensola del telefono, un extra per lei, se l’è proprio meritato…»
«Guardi che non era necessario, è un mio dovere essere gentile.»
E mentre sciorinava queste parole prosciugate di ogni espressione, estrasse da sotto la giacca un’automatica acciaio inox. Avvitò il silenziatore con grande calma e perizia. Impugnò poi la pistola alzandola all’altezza della donna che lo stava osservando.
«Dove pensava di colpirmi?»
«Alla testa, soffre meno.»
«Ha ragione: è proprio in gamba lei.»
L’uomo piegò d’un lato impercettibilmente le labbra. Forse era un sorriso.
«Faccia un bel respiro, per favore» si raccomandò lui.
E sparò due colpi, in rapida successione.

23 pensieri su “Due colpi

  1. Smaltiti gli arretrati! 😉 Una terna vincente, inframmezzata da una nota un po’ malinconica… E mentre la bimba contava le foglie, mi è venuta in mente una certa foglia superba. 😉 Un bacio, Riccio

  2. Chiedo scusa anche qui. Insomma, non immaginavo. L’ho scritto con la minuscola, dalla ironica. Però poi mi sono corretta. L’ho riscritto con la maiuscola. Mi spiace perché proprio non posso fermarmi a leggere. Il portinaio oggi non ha fatto nulla e tocca a me rimediare. Però tra un paio di giorni, se non ti disturba, ripasso. P.S. Mi scuso anche per il fuori tema. Alla ironica danno fastidio i fuoritema (tranne i miei però). Spero che anche tu possa fare un’eccezione. P.P.S. Sono già innamorata di te. Si può dire? O è sconveniente? Beh, chiedo in giro e poi ti faccio sapere. Casomai si cancella. Ciao

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