Lezioni di vita

Capita sempre così. Mi ritrovo seduto una domenica mattina di inizio settembre, al mio tavolo d’angolo, al Bar del Cinghiale in piazzetta di Lughi. Bevo il mio straordinario cucciolo e capisco che l’estate è finita anche se in fondo ancora non lo è. Me lo dice il colore del cielo che diviene all’improvviso opaco come un sorriso appannato di malinconia. Me lo dice l’aria tersa che fa trasparire il volo degli ultimi rondoni che si son fatti, però, molto più lontani sino a confondersi con le nuvole grigie. Me lo ricordano i negozianti che riaprono le botteghe, dopo la pausa estiva, con gesti stanchi come di chi vuol opporsi alle ragioni del calendario.
«Un’estate davvero terribile, non credi?» domandò Gero, il capoccia che fa andare due ettari di viti a chiaretto nella Tenuta Ronchi sul versante a picco che porta a Pievàni. La domanda non era rivolta a me, ma ad Oreste, l’oste del Bar del Cinghiale che mi era accanto ad asciugarsi le mani sul grembiule blu che non abbandona mai. «A me son bruciati una cinquantina di cipressi» insisteva il contadino, visto che Oreste guardava in silenzio un punto lontano al di là della piazzetta «… e ho già vendemmiato, perché il tempo promette grandine.»
Seguì una pausa imbarazzante. Una signora al primo piano del Palazzo Buccheri aprì una finestra che con il suo cigolio riempì lo spazio assolato.
«Pensa che invece un mio amico» se ne uscì Oreste all’improvviso con tono inaspettatamente imbronciato «voleva segare un ulivo che ha più di due secoli e mezzo. Erano cinque anni che era secco, tanto che la corteccia si sfaldava e il tronco si era mezzo aperto. Ebbene, quello stesso caldo che ha bruciato erba, cipressi e mais, ha fatto da incubatrice e da balia ed ora l’albero è tornato a nuova vita: è tutto un brillare di foglioline verdi e tenere.»
‘La vita non s’arrende mai’, pensai bevendo l’ultimo scampolo di quel caffè di fine estate. ‘Perché dovrebbe?’
Chiusi gli occhi per naufragare nel profumo del caffè che sfumava nel cioccolato. Poi sorrisi. Era giusto, dopotutto, prender lezioni di vita anche da un ulivo.

11 pensieri su “Lezioni di vita

  1. Leggere questo tuo pezzo mi ha strappato un sorriso, di quelli che era tanto che non ne facevo. Hai ragione la vita non s’arrende mai e forse forse se le cose ci si impegna a vederle sotto un’altra angolatura magari poi non sono così buie e negative, anche vero che a volte entri nel famoso tunnel senza luce. Vedi c’è gente che dice che internet fa male, che non esistono amicizie vere qui, oggi grazie ad un tuo commento lasciato sul mio blog io ho fatto visita a te che mi hai donato tanto senza nemmeno premeditarlo. Grazie, passerò più spesso da te se non disturbo 🙂

  2. sempre M.I.T.I.C.O! i fans aumentano e come potrebbe essere altrimenti?? spero che il trauma postvacanza sia superato, a presto
    KiaraBloG>>
    ps. leggo sopra: l’ulivo porta buoni frutti…verissimo!;-) anche se non sono mai riuscita a credere che le olive fossero un frutto…mi sembra così strano…:-/

  3. Abito in città ma a novembre faccio la raccolta delle olive in Toscana. Questo racconto “sa” di quelle giornate, di paese, dove ti godi il fatto non di essere “tu” ma di essere un “tu-ttuno” col mondo….
    E’ sempre un piacere leggerti. Luna

Lasciami un tuo pensiero