La multa

 

“Ieri, primo giorno di entrata in vigore del codice della strada, mi hanno subito fermato i vigili urbani…”
“Una bella iella ‘Gi.”
“Ne valeva la pena: era una vigilessa tutta rossa con una spruzzata di lettiggini sulle guance e due occhi color verde smeraldo da sogno…”
“Cosa avevi fatto?”
“Mi ero dimenticato la cintura… e pensa che voleva pure sequestrarmi la macchina perché non avevo esposto il contrassegno dell’assicurazione.”
“E tu?”
“Le ho chiesto come avrei potuto fare ad andarla a prendere quella sera, a casa sua, per andare a cenare fuori, se non avessi avuto la macchina…”
“E lei?”
“Sulle prime è rimasta sulle sue e poi ha cominciato a sorridere. Poi le ho detto che sarei andato a prendere il tagliando in ufficio e che se mi dava il suo numero di cellulare ci saremmo messi d’accordo sul luogo dove avremmo potuto vederci per mostrarglielo…”
“Sei tremendo…”
“Però lei, a quel punto mi ha riaccompagnato alla macchina e dopo avermi aperto la portiera, mi ci ha fatto accomodare dicendomi di andarmene fino a che ero ancora in tempo.”
“In tempo?”
“Sì, da quello che ho capito stava per arrivare il suo collega, un arrogante e scorbutico ometto che ha il record regionale di multe…”
“E poi che è successo?”
“Lei mi ha sorriso ancora… così le ho promesso che la prossima volta, se l’avessi vista, mi sarei fatto arrestare.”

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