Micaela: ultima chance

 

Stavo uscendo dalla macchina e controllavo se l’avevo parcheggiata all’interno delle strisce, quando la vidi: lei era là, Micaela. Stava parlando, vicino al negozio di Sisto, con una signora. Francamente non sapevo se farmi vedere o no. Dopo l’ultima volta che se ne era andata senza neppure salutarmi, tanto era arrabbiata per il fatto che non fossi Filippo, forse non era il caso di parlarle di nuovo.
Eppure non mi decidevo ad andarmene. Dal riflesso del finestrino la vedevo che stava ascoltando con interesse, annuendo, quello che le stava dicendo l’amica. Era incantevole.
Una cosa che mi ha sempre meravigliato di certe donne è il fatto che hanno naturalmente degli atteggiamenti sensuali qualunque cosa facciano, dall’aspettare un autobus all’aggiustarsi i capelli in mezzo alla strada con la forcina tra i denti. Riesci a capire che hanno qualcosa di particolare anche a vederle da lontano, per la postura che hanno, anche solo a star sedute.
Per prender tempo, mi ero messo ad armeggiare con l’apriporta della macchina chiudendo e aprendo più volte le portiere, come uno perfetto imbecille.
“Filippooooo!”
Era proprio lei, mi aveva ancora una volta scambiato per quell’altro. Aveva congedata l’amica e ora si stava avvicinando con il passo da nave che beccheggia nella tempesta: mi baciò con trasporto sulle guance. Il suo profumo creò un laccio a nodo scorsoio che si strinse sul mio pomo d’Adamo e tirò.
“Che piacere vederti” le dissi facendo fatica a deglutire.
“Ma lo sai, Filippo, che l’altro giorno, per strada, mi ha fermato uno che si è spacciato per te, ma ti dico un vero str….”
“Magari se mi assomigliava…” dissi cercando di stopparla perché non proseguisse “tanto male non doveva essere!”
“Macché assomigliarti! Era completamente diverso… ma guarda, ti assicuro, un lumacoso incredibile… mi si è attaccato come un polpo.”
“Sì, sì… immagino…” risposi io annaspando.
“Ma parlami di te…” mi disse facendomi un’ombra di carezza con le dita “non ti sei più fatto vivo eh, chissà cosa combini in giro, porcellino…”
“Ma io veramente…”
“Senti” mi sussurrò avvicinando le sue labbra così vicino al mio viso che si sarebbe detto avesse voluto succhiarmi il naso “però sei proprio cattivo a non farmi vedere più il tuo cuoricino…”
“Il mio che?”
“Il tuo cuoricino, ma sì che hai capito, quel neo un po’ particolare a forma di piccolo cuore che hai proprio lì…” e indicò in basso.
“Sul mio coso!” mi venne spontaneo da dire ricordandomi la terminologia che l’altra volta aveva usato.
“Certo e dove sennò?” ribatté Micaela mostrando una fossetta acchiappabaci che non avevo ancora notato.
“Eh sì, appunto, dove sennò, anche perché se non lo so io…”
Stavo sudando freddo. Stavo anche pensando quale pennarello non lavabile avrei potuto usare all’occorrenza per disegnarmi il cuoricino. Anche se il problema maggiore sarebbe stato indovinare il punto esatto dove avrei dovuto piazzare il neo. Quella era una donna che come minimo, prima, andava a controllare.”
“E pensare che questa sera, probabilmente, potrei anche essere libera, peccato che tu non possa…”
“Certo che posso” dissi io buttandomi nella melma fino al collo con tutti e due i piedi.
“Allora telefonami, verso le 10 e ti so dire…” precisò la predatrice che sentiva all’amo il suo pesce già bollito. E io che il suo numero di cellulare non ce lo potevo avere perché era Filippo ad averlo, cercai  di elaborare rapidamente una strategia alternativa.
“Ma no, telefonami tu… dai…” buttai lì guardandomi le scarpe per darmi un tono “appena lo sai che sei libera… mi chiami  e ci vediamo.”
“No, così non può funzionare … perché sono a cena con altre persone e vorrei sganciarmi. Se mi chiami tu è più facile.”
Allora tentai l’impossibile.
“Senti il tuo numero non so dove l’ho messo, ridammelo va’, che…”
“Sei diventato ironico eh?  Non ti facevo…” ridacchiò lei agitando davanti a me, in modo birichino, un indice affusolato e nervoso “non me lo hai mai perdonato di avertelo inciso sullo stipite della tua camera da letto… vero?”
Non seppi più cosa rispondere.
Lei si avvicinò e mi impresse con le sue labbra da carpa in amore un bacio a fior di labbra.
“Stasera, allora, mi farò particolarmente bella per te.”
E se ne andò ancheggiando, a bell’apposta, proprio perché sapeva che la stavo guardando. Poi dopo alcuni passi, si voltò e, sorridendo, mi lanciò un:
“E non mi deludere!”
Il mio pollice dovette avere una contrazione involontaria. Perché con l’apriportiere azionai l’allarme della macchina.

19 pensieri su “Micaela: ultima chance

  1. Secondo me, Micaela sta giocando…non esiste nessun Filippo!! Vuole esasperarti, vuole verificare fino a che punto può spingersi con te…vediamo le tue prossime reazioni!! con simpatia
    KIKY

  2. Non riesco a smettere di ridacchiare… fantastico… l’idea del pollice-apriportiere-allarme mi fa ricordare qualcosa di simile…
    Una nuova curiosa sul tuo blog…

  3. Briciola… o capitano a te… oppure hai una fantasia meravigliosa!
    Questa però… è capitata pure a me nella realtà!… lascio a te farmi sapere come sarebbe potuta andare,…. non sai quante volte c’ho pensato.. “e se fossi riuscito a farmi dare il cell.?” ah ah
    Mah…vedremo…

  4. bravo briciolinio/cuoricino……….son curiosa di leggere il seguito come solo tu saprai raccontare…..minuziosamente…senza lasciare nulla al caso…
    un bacio cuoricino…ehm briciolino.

  5. Hai ragione scusa…no nn mi hai offeso…ho risposto ad un tuo commento riportato su un mio articolo che ho cancellato dal mio blog…hai presente quella discussione che ho avuto con la giornalaia? Laura Bogliolo…tutto quì..tu sei stato anzi carino…e rispondendo al tuo commendo asserivo che a volte i fraintendimenti portano a rivedere le relazioni sociali…tutto quì…scusa ma avendo cancellato il post nn puoi avere riscontro…l’ho cancellato perchè ho accusato la Laura di aver ..bla..bla..bla..quindi essendomi sbaglilato..l’ho cancellato…Trovi tutta la discussione in http://pinoscacia.splinder.it
    Ciao n3f3R

  6. Caro amico, a volte esprimere un pensiero può dare adito a cattive interpretazioni, e anche se ti metti d’impegno la malafede può travisare cmq la verità.Cn amicizia n3f3R.

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