Un incontro per il tè

 

Lungo la strada che da Pievani va a Bigialli si possono incontrare due categorie di guidatori: quella di chi va a tre all’ora, come se stesse guidando un trattore, e quella di chi va a invece a centoventi, come se si trovasse su di una pista di rally. Se si tien conto che la strada è stretta e tutta curve, incontrare sia l’una che l’altra categoria di persone non è piacevole, soprattutto se la lumaca ce l’hai davanti, senza poterla sorpassare per chilometri, o se il campione della Parigi-Dakar te lo ritrovi, nella tua stessa corsia, mentre sta cercando di fare la curva, tagliandola, come se tu non ci fossi.
Stavo appunto per raggiungere Bigialli, perché dovevo parlare con Geppo per la festa del santo patrono, quando mi imbatto in due macchine incidentate. Una Smart aveva invaso l’opposta corsia di marcia e aveva letteralmente inchiodato una jeep contro il muro di contenimento. Mi fermai, anche perché le due macchine ostruivano la strada e non era possibile proseguire. I due conducenti stavano litigando, o meglio la vecchietta che guidava la Smart stava litigando animatamente con quello della jeep che io peraltro conoscevo trattandosi di Mannino, il figlio del macellaio di Castelmoreno.
“Lei giovanotto non sa affatto guidare, anzi c’è da vergognarsi a guidare come fa lei…” l’anziana donna, dicendo questo, brandiva la borsetta che sembrava gliela volesse dare in testa da un momento all’altro.
“Ma guardi signora è lei piuttosto che mi è venuta addosso, veniva giù lampata come una scheggia, mentre io mi trovavo tranquillo nella mia corsia, sulla mia destra.”
“Ma che destra e destra, questa strada passa attraverso i campi che furono di mio nonno e quindi anche la strada è mia e io vado dove mi pare!”
“Lei sta scherzando vero?”
“Io vi conosco voi albanesi comunisti, sempre pronti a non rispettare la proprietà degli altri…”
“Guardi che non sono né albanese, né comunista e questa strada non è sua, ma è comunale.”
“E’ vero secondo lei, giovanotto?” chiese la signora rivolgendosi a me che ero sceso dalla macchina “che questa strada non è del Comune?”
“Veramente pensavo fosse provinciale” confessai io.
“Ho capito, anche lei fa parte della stessa combriccola veterocomunista, ma è ora che vi si dia una raddrizzata a tutti quanti!”
“Mi può dare gli estremi dell’assicurazione, per favore?” domandò Mannino, cercando di conservarsi calmo.
“Quale assicurazione?” rispose quella candidamente.
“L’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile!”
“Ma che assicurazione e assicurazione!” disse lei urlando come è costume dei bigiallesi “io non ho bisogno dell’assicurazione non faccio incidenti io.”
“E questo come lo chiama? Un incontro per il tè?” protestò il ragazzo mettendosi le mani nei capelli. “Almeno mi dia il libretto di circolazione così prendo i dati.”
“Eh sì, la fa comoda lei, cosa le do? La macchina non è mia!” la vecchietta aveva assunto, con le braccia sui fianchi, una posa che ricordava molto un’anfora cinese.
“E di chi è?”
“E lei crede, giovanotto, che io le racconti i fatti miei? Se lo scordi!”
A quel punto Mannino mi venne vicino e mi disse:
“Tutte a me devono capitare! Mi puoi trainare fino al più vicino carrozziere?”
“Certo, molto volentieri.”
Lo aiutai a disincastrare la Smart. Agganciai la jeep e partimmo. Ma facemmo ancora in tempo a sentire la donna che diceva:
“Ah, scappate eh? L’avevo detto io che eravate in combutta. Stalinisti del canchero! Tornatevene in Albania, che qui ci sono solo brave e oneste persone!”

13 pensieri su “Un incontro per il tè

  1. Caratterino da “pasionaria” la vecchietta! se veramente esiste un tipo simile ,allora, o bisognerebbe strozzarla (gentilmente s’intende) oppure farle un monumento per la grinta , la verve, e per riuscire a far nascere negli spettatori qualche sdrammatizzante risata.Mi pare di assistere ad un film con Tina Pica , oppure di rileggere un episodio di cui è protagonista Nonna Abelarda .Ad ogni modo uno spasso… l’episodio…tranne forse che per il povero Mannino, a cui va tutta la mia comprensione.

  2. La Direzione del Mario’s Bar ha il piacere e l’onore di invitarVi all’inaugurazione del nuovo e rinnovato locale sperando che possa incontrare il VS gradimento. E’ gradita la cravatta nera…

    :o))

  3. Mi sto innervosendo solo a leggere… io l’avrei denunciata come minimo… nella peggiore dell’ipotesi l’avrei strangolata con i manici della sua stessa borsetta! -oggi sono proprio cattiva- 😛 Taurie

  4. E non l’avete strangolata la viperina vecchietta prima di tornarvene in Albania….? Ormai, briciola caro, sono a corto di aggettivi per sottolineare la tua bravura!

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