Maròs

 

Maròs è un tipo simpaticissimo. A Lughi lo conoscono tutti e tutti gli vogliono bene. Spesso al bar del Cinghiale tiene banco con le sue storielle divertenti. Lo chiamano Maròs per il fatto che è nato a Marostica, ma non credo siano in molti a sapere come si chiami realmente.
Un vero portento d’allegria, insomma, che però ha un difetto: ogni quattro parole ne infila una sconcia o una bestemmia. Porco qui, porco là, conditi da madonnine e cristi vari. Nessun santo sembra sfuggirgli nel suo caleidoscopico universo della parolaccia. Non lo fa apposta, si è espresso in questo modo fin da quando era piccolo (almeno così lui sostiene) e lo fa con tanta spontaneità che nessuno ora ci bada più di tanto. Tuttavia qualche incomprensione potrebbe pure presentarsi per chi viene da fuori e si trova ad ascoltarlo per la prima volta; se poi, per avventura, questo qualcuno è anche un cardinale, l’incontro può trasformarsi in un autentico problema.
Così accadde che, all’inaugurazione del primo asilo di Lughi, il sindaco si sia sentito in dovere di invitare il cardinale Monsignor Federico Terramossa.
In previsione dell’evento, fu il sindaco stesso che, tra un bicchiere di vino (offerto da lui) e una bestemmia (offerta da Maròs), chiese al Nostro, con strategia machiavellica, se, il giorno dell’inaugurazione, non volesse accompagnare, dietro lauto compenso, sua madre anziana che desiderava tanto recarsi a Lourdes una volta nella vita. Glielo chiese con molto garbo, ma ottenne solo l’effetto contrario di solleticare ancor più la curiosità dell’indesiderato anche perché, precisò, voleva vedere come era fatto da vicino un cardinale.
“Sua mamma, signor Sindaco, boia d’un ₣њ#$фФ, l’accompagnerò volentieri un’altra volta, e gratis, porca di quella $∏ЖЊ$ЮД!!!” rispose Maròs schermendosi “grazie, però, per aver pensato a me.”
Preceduta dalle più nere previsioni di una figuraccia senza precedenti (si sapeva benissimo che Maròs non se ne sarebbe stato zitto) giunse il giorno dell’inaugurazione. Ci fu la banda, il taglio del nastro, la visita all’asilo e, alla fine, il temuto discorso dell’alto prelato.
Il cardinale parlò per una buona mezz’ora e Maròs, senza fiatare, se ne rimase in prima fila ad ascoltare con attenzione. Poi il monsignore diede e a tutti la benedizione e fece per andarsene.
“Mi scusi Eminenza…” Era Maròs. Ci fu chi si mise le mani nei capelli. “Mi scusi Eminenza, ma avrei da farle una domanda…”
Questa rapida successione di parole, non seguite da alcuna bestemmia, creò scalpore. C’era già chi gridava al miracolo.
“Mi dica figliolo…” disse Mons. Terramossa aprendo entrambe le braccia in un metaforico abbraccio ecumenico.
“Non crede, Sua Eminenza, che la Chiesa dovrebbe essere più presente sul territorio in modo che i poveri, i malati e gli anziani fossero maggiormente assistiti?”
Tutti si guardarono l’un l’altro sorpresi, sia per il fatto che Maròs non avesse detto parolacce, sia in quanto aveva utilizzato termini per lui così forbiti e, soprattutto, perché era così serio.
“Vede, Eminenza” seguitava imperterrito Maròs “non c’è unicamente la messa da dire la domenica o i matrimoni e i battesimi da celebrare, ci sono piuttosto molte persone che soffrono e si disperano appena al di là del sagrato e che aspettano non solo un parola di conforto, ma anche un aiuto concreto!”
Ora tutti contemplavano Maròs come se fosse stata la prima volta. Erano commossi per quello che stava dicendo. Nessuno avrebbe mai sospettato che da quella bocca potessero uscire frasi così accorate e piene di buon senso.
“Hai ragione caro figliolo, parlerò con le Autorità del luogo…”
“Perché vede Eminenza” incalzò l’altro, accennando ad un sorriso che fece di colpo temere il peggio “attendere che queste persone reiette abbiano la dovuta attenzione solo allorché giungeranno nel Regno dei Cieli, sarebbe come… sarebbe come… beh gliel’ho scritto su quel foglietto lì che ha sul suo leggio.”
Il Cardinale spostò un po’ i fogli del suo discorso fino a che trovò il bigliettino. Lo lesse. Deglutì rumorosamente.
“Ebbene, sì, vedrò quel che è possibile fare” disse l’alto prelato diventato rigido come un pezzo di legno “ora però devo andare. Grazie e arrivederci a tutti!”
Seguì una nuova benedizione e un applauso scrosciante di tutti i presenti a sottolineare lo scampato pericolo e la contentezza generale per la buona riuscita della giornata.
“Ma Eminenza…” chiese il parroco di Lughi avvicinandosi al Terramossa “cos’è che ha scritto sul foglietto quel peccatore?”
“Tenga, legga da sé.” Disse quello quasi sgarbato. E il parroco lesse, lentamente.
E c’era scritto:
Sarebbe come cercare di rimettere la merda dentro al cavallo. Madonna lanternina!

11 pensieri su “Maròs

  1. Sarò noiosamente banale…ho appena letto il racconto quotidiano ed ormai mi ci sto abituando, quanti caffè ti dovrò offrire? Troppi presumo, meglio intervallarli con qualche tisana.
    Ciao, anima

  2. Sapidi come sempre vignette e racconti del tuo blog! Inguaiato ancora il mio http://curiosa.splinder.it dove continua a darmi password errata. Sperando che Splinder si volti dalla mia parte e mi sblocchi, ho creato un blog alternativo in cui invito Briciola ed amici a venire a leggere la continuazione di “Duetto” in http://gardenia.splinder.it Scusami per l’intrusione nella tua pagina, un abbraccio da Gardenia (grata)

  3. A proposito del tuo commento al mio blog: concordo, il pacifismo dell’ultima ora è un modo come un altro di tener a bada coscienze in letargo. Ciao!

  4. Che bello, Briciola! Avevo bisogno di cominciare la giornata con un sorriso rigenerante e con una sana leggerezza (nel senso che Calvino dava a questa sublime qualità).
    Ciao! harmonia

  5. Briciola,non so se invidiarti per come scrivi o per la tua fantasia e la tua creatività…. ma, per il momento, mi basta leggerti!!!
    Poi, chissà, a furia di visitare il tuo blog… un giorno ce la farò pure io a buttar giù qualcosa…

  6. Bravo, Briciola, come al solito. Sono stato fuori ma appena tornato sono corsoa leggerti. E’ una piacevole abitudine ormai. Ironia oggi e una delicata malinconia ieri. Sai suonare tutte le corse. Buona notte. Percival

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