Poggi Perti ha fatto pipì

Saranno state le nove del mattino quando Osvaldo entrò trafelato nel bar del Cinghiale.
“Oggesummaria, oggesummaria!”
Che ti è successo Osvaldo, gli chiese con aria canzonatoria Oreste, il barista.
“Voi non ci crederete, questa volta non ci crederete; presto Oreste, dammi un amaro, anzi due!”
Osvaldo, come al solito, già a quell’ora, era completamente brillo e biascicava pure nel parlare, tanto che le sue parole avevano un effetto comico involontario. Trangugiò, con un colpo secco, l’Averna che Oreste quasi non aveva fatto in tempo a versare nel gottino. Poi fece un bel respiro e disse:
“Poggi Perti ha fatto pipì!”
La risata generale, prima di deflagrare, ci mise qualche secondo, ma al suo scoppiare non fu meno potente.
“Ma Poggi Perti è una statua Osvaldo…” disse Oreste tra un singulto di riso e un colpo di tosse. Il bello è che lo sussurrò come se gli stesse rivelando un segreto.
“Vi dico che Poggi Perti ha fatto pipì, ve lo giuro!”
Passarono alcuni minuti. Osvaldo era in piedi con l’espressione di chi protestava la propria innocenza. Tutti gli altri non riuscivano invece a star seduti o a stare in piedi a seconda se si erano trovati rispettivamente in piedi o seduti. Questa era la situazione, quando entrò il figlio della parrucchiera:
“Ci deve essere qualcosa che non va in piazza, ci sono due dita d’acqua.”
Come se si fosse levata la bacchetta di un maestro d’orchestra tutti i presenti si azzittirono. Quindi si precipitarono fuori. L’acqua effettivamente sembrava cadere da sotto la statua, ai piedi del Poggi Perti, per poi rimbalzare sul basamento e infine per terra. Un silenzio inquietante serpeggiava tra gli astanti. Da come si presentavano i fatti, sembrava davvero che la statua avesse fatto i suoi bisognini.
Ma un signore anziano, che fino a quel momento era stato in disparte, a quel punto svelò solennemente:
“Mi ricordo che mio nonno, una volta, mi disse che la statua fu collocata sopra a un pozzo artesiano. Potrebbe darsi che con il terremoto di quattro anni fa il pozzo si sia riempito e abbia debordato…”
E in effetti così era.
Tonio mi ha raccontato che tolsero la statua, tolsero il basamento e trovarono il pozzo che provvidero a prosciugare. Quando arrivarono a pompare via tutta l’acqua, ad una profondità di una ventina di metri, fecero però la macabra scoperta del cadavere irriconoscibile di un uomo e quello di un cane. Forse erano caduti nella buca rimasta aperta per i lavori della statua. So, comunque, che fecero delle ricerche e, grazie alla valigia che l’uomo aveva con sé nel pozzo, si venne a sapere che erano i resti del povero Livio Venturi che tutti pensavano partito nel ’30 con il suo cane lupo per l’America. Lo pensavano là, a far bagordi, compresa la moglie. Tanto che la donna credette pure di essere stata abbandonata non avendo avuto più notizie.
L’ironia è che, a quel tempo, Livio abitava ad una ventina di metri dalla statua: l’uomo che si pensava avesse attraversato l’oceano, non aveva, invece, neppure attraversato la piazza.

5 pensieri su “Poggi Perti ha fatto pipì

  1. Episodio descritto con leggerezza di penna, inizialmente estremamente piacevole poi sfociato nella tristezze, per il tragico epilogo della vicenda La vita, in cui il comico si mescola al tragico, è spesso più fantasiosa dell’immaginario…

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